In partenza per la spedizione sulla terza vetta più alta al mondo

Pochi giorni ancora e prende il via il Millet Tour du Rutor (27-30 marzo). Subito dopo il TDR si riparte: dalla Valdaosta alla volta del Kanchenjunga. Un vero e proprio “tour de force” per Marco Camandona, l’inarrestabile guida alpina, testimonial Millet.

Sino al 1849 il Kanchenjunga è stata ritenuta la vetta più elevata del pianeta finché i rilevamenti britannici hanno appurato che Everest e K2 erano superiori. È il primo ottomila ad est dell’Himalaya ed è situato al confine tra Nepal e lo stato indiano del Sikkin, è il più orientale degli ottomila. È costituito da 5 vette, quattro delle quali superano gli ottomila metri. In tibetano il significato del nome è “cinque forzieri di grande neve”, dovuto molto probabilmente ai 5 picchi che compongono il massiccio.

La spedizione verrà tentata lungo la difficile ed impegnativa via della parete sud-ovest, ma senza l’ausilio dell’ossigeno e nel pieno rispetto di quell’alpinismo più puro in stile alpino.

Presumibilmente verranno piazzati tre campi d’alta quota di cui l’ultimo a 7700 mt. necessario per l’attacco finale alla vetta. Si parte quindi a inizio aprile, dopo 10 giorni di trekking si raggiungerà il campo base e saranno necessari circa altri 40 giorni, tra acclimatamento e salita.

La composizione della spedizione rappresenta uno esempio di unione tra uomini con grande esperienza d’alta quota e ragazzi con grandi capacità tecniche e con straordinaria volontà. L’unione di tali elementi ha fatto sbocciare un progetto alpinistico ambizioso che è anche il frutto di una ormai collaudata sinergia tra Sezione Militare di Alta Montagna del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur e le Guide Alpine Valdostane.

I componenti della spedizione sono: Abele Blanc, Marco Camandona, François Cazzanelli, Emrik Favreri.

Ancora una volta Millet è sul tetto del mondo insieme agli alpinisti più esperti.

Ufficio Stampa

Silvia Capello Badino