SAN GIOVANNI ILARIONE (VR) – Domenica 27 aprile la dodicesima edizione della Granfondo del Durello vi sorprenderà. A partire dal percorso. Il comitato organizzatore non ha certo risparmiato energie è buona volontà: il percorso di 41 chilometri ha subito molte variazioni, tutte pensate per ammorbidire il tragitto ed evitare i tratti dove le forti

piogge avrebbero potuto creare disagi. Come da tradizione la partenza avrà luogo da San Giovanni Ilarione, da cui si raggiungerà velocemente il primo Gran premio della montagna in località Bacchi. Da qui parte una discesa che conduce nei pressi di Vestenanova: questo è il tratto che ha subìto maggiori cambiamenti. Non si attraverserà il boschetto dello scorso anno: si salirà, invece, a cima Ragano passando vicino al centro del paese. Da percorrere saranno single track e strade sterrate. Cima Ragano rappresenta anche il secondo Gpm di giornata: qui una grande fontana ristorerà i più assetati mentre gli altri potranno lanciarsi in una lunghissima discesa con la possibilità di ammirare il panorama offerto dall’alta Valchiampo. Seguiranno una moltitudine di single track immersi nel verde e le piccole contrade di Pezzati, Cappello e Mistrorighi faranno da sfondo a questa parte del percorso fino ad arrivare di nuovo in località Bacchi (terzo Gpm). Si scenderà poi in provincia di Vicenza, territorio in cui si trovano cave di marmo che tutti i bikers potranno ammirare: in località Vignaga, infatti, il percorso passerà all’interno di ex cava di Lovara, che oggi è diventata un immenso lago artificiale. Usciti dalla cava si ritorna a salire su strada asfaltata fino alla località Roccolo, per poi addentrarsi nello sterrato e raggiungere l’ex Base missilistica sulla vetta del Monte Calvarina. Come sempre, il traguardo è posto al San Giovanni Ilarione.

Le tracce Gps del percorso GF e del cicloturistico (41 e 18 chilometri) sono disponibili sul sito http://www.asbasalti.it/percorsi-2/ .Il percorso cicloturistico si snoderà all’interno del territorio di San Giovanni Ilarione per poi concludersi sfiorando la parete di Basalti Colonnari, patrimonio del Parco Naturale della Lessinia.

Fabia Sartori

Ufficio Stampa