Direttore, una vittoria importante ottenuta in una gara combattuta che ha visto il Renate mettere in campo tutte le energie possibili per guadagnarsi i 3 punti.

“Certo, una vittoria davvero importante e sofferta fino alla fine, complice anche il primo vero caldo. I ragazzi hanno dato il 110% dimostrando di essere un grande gruppo e sono riusciti a sopperire al meglio alle defezioni che abbiamo a causa dei tanti infortuni mai pubblicizzati.”

 

Con la Torres che non accenna a fermarsi, si può dire che la quota salvezza è salita di qualche punto?

“Assolutamente si. Per rimanere nella categoria ora servono almeno 54 punti. Sarà una battaglia per tutti.”

 

 

Mancando solo 6 partite siamo arrivati al rush finale. Non uno dei momenti migliori per avere così tanti giocatori fuori per infortunio.

“Sul profilo degli infortuni è stato un anno disastroso. A partire da Luglio con l’immediato stop di Pedrinelli per finire poi domenica scorsa con quelli di Scaccabarozzi e Spampatti. Non ci siamo mai lamentati proprio perché siamo convinti che questo gruppo è di qualità superiore alla media. Adesso però il momento è delicato, siamo al rush finale e quindi se ci fosse qualche giocatore ancora libero in giro per l’Italia prenderemmo sicuramente in considerazione questa possibilità.”

 

Ora andiamo a Bra. Altro match fondamentale nel quale non c’è assolutamente nulla di scontato.

“Io viaggio sempre controcorrente perché ritengo la partita con il Bra la più difficile che poteva capitarci. Giocare con le squadre blasonate, di alta classifica ti permette di trovare la motivazione nel nome dell’avversario, nello stadio storico in cui andrai a giocare, nella classifica. Giocando con il Bra, squadra assolutamente da rispettare, c’è sempre la paura di non fare ciò che devi fare. Mentre in altre occasioni quello che devi ottenere può anche non essere sempre il massimo, in questo tipo di partite abbiamo l’obbligo di raggiungere i tre punti per continuare ad inseguire il nostro sogno. Siamo secondi ma mancano ancora sei gare. La strada che abbiamo imboccato è si quella giusta ma ancora piuttosto lunga.”

 

Davide Guglielmetti, Addetto Stampa