l’analisi di Bellarte e il fair play con Capurso

Un successo sofferto, anzi soffertissimo, contro una squadra tosta sul piano fisico e determinata su quello mentale: il Kaos. Per piegarla, l’AcquaeSapone Emmegross ha dovuto alzare, a gara in corso, l’asticella dello sforzo atletico e della cattiveria, oltre che dell’esperienza. Trovando dentro di sé le energie necessarie e arrivando al risultato sperato e sognato da tutti al Pala Giovanni Paolo II: la qualificazione alla semifinale di domani sera (ore 20 e 30, contro il Napoli, ingresso gratuito e diretta su Raisport2). La squadra è subito rientrata nel ritiro e nel silenzio dell’Hotel Sea Lion, dove si preparerà in vista della grande sfida di domani sera.

Il ko arrivato a 2’ e 30’’ dalla sirena ha mandato su tutte le furie i “blacks” emiliani di Capurso. Che protestano per il sesto fallo fischiato dagli arbitri, che ha portato al 4 a 3 definitivo di Cuzzolino.

“Non ho ancora visto le immagini dell’evento in questione, ma se Leopoldo, che é talmente pieno zeppo di fair play che trabocca, dice che il fallo era più che dubbio, allora era più che dubbio sul serio”, dice Massimiliano Bellarte all’indomani della tiratissima partita dei quarti, sfoggiando un fair play sempre più raro nel mondo del futsal.

Se in casa Kaos si protesta, però, non si può non ricordare come, anche nella truppa nerazzurra, il malumore per alcune decisioni arbitrali serpeggiava fin dai primi minuti della partita.

“Io penso però che non si può agire su quello che a nostro avviso sarebbe la cosa giusta. Sarei stato espulso nel primo tempo se avessi protestato sul secondo goal del Kaos, che a mio avviso era viziato da un fallo (Jeffe spinge platealmente Chaguinha, ndc)”.

E’ mancata anche precisione nella misura dei passaggi e nella fase realizzativa, altrimenti l’AcquaeSapone Emmegross avrebbe potuto chiudere i conti già nel primo tempo. “Sarei entrato in campo ogni volta se avessi voluto finalizzare un’azione secondo quello che a mio avviso era il modo giusto – chiude Bellarte – . Anche io faccio scelte che, ad avviso di qualcun altro, sono totalmente errate. Ma credo che io, Capurso e gli arbitri, riusciamo a convivere con i nostri errori nella misura in cui questi sono fatti basandosi sulle nostre convinzioni”.

Ufficio stampa e comunicazione

AcquaeSapone Calcio a 5

Orlando D’Angelo