“Calcio e ritmi della giocata”, questo il titolo del libro (edito da Calzetti & Mariucci) scritto a quattro mani dal professore Patrizio Zepponi, attuale preparatore della squadra di calcio a cinque femminile e degli allenatori della polisportiva Gabicce Gradara e Roberto Osimani, futsal coach dell’Italservice PesaroFano. Nato a Bruxelles nel 1954, Zepponi dedica la sua vita allo sport, con illustri collaborazioni che lo vedono attivo in diversi ambiti sportivi. E’ insegnante di educazione fisica, trainer specializzato in tecniche di massimo rendimento nonché ideatore del metodo settoriale (cervello settoriale – allenamento settoriale) e del training tridimensionale (corpo, emozioni e mente).

Zepponi di cosa parla il libro?

“Il libro parla di calcio e dei ritmi della giocata: con il termine ritmo intendo la massima espressione del tempo. Quest’ultimo si muove fra passato e futuro, il ritmo rappresenta il qui e ora e per seguirlo è necessaria una grande concentrazione. Troppo spesso gli allenatori hanno dato importanza allo spazio trascurando così il fattore tempo. Le tecniche di massimo rendimento che sostengo sono improntate sull’espressione del meglio di se in funzione del luogo e del momento presente. Lavorando coi bambini svolgo esercizi di tipo settoriali, che ogni volta vertono su determinati punti: nel caso del ritmo lavoro con il metronomo. Questo strumento è in grado di far percepire al bambino i tempi, che vengono variati gradualmente, in modo che possa apprendere il tempo della giocata”.

Quali fattori compongono le sue tecniche di massimo rendimento?

“La concentrazione, la capacità di essere vigile mantenendo l’attenzione su ciò che si sta facendo, liberandosi da pensieri ed emozioni quando si svolge una prestazione sportiva e la relazione, che è bidirezionale. In campo spesso si comunica, si lanciano input, è importante anche la relazionarsi cioè chiedere all’altro. Per fare un esempio: un buon giocatore non si misura dal fatto che effettua un bel passaggio, ma dalla capacità empatica che ha di comprendere la situazione e le necessità del compagno, in modo da potergli offrire un passaggio funzionale, adatto alle sue esigenze. Sono importanti anche i fattori tecnico e tattici, ma alla base di una buona prestazione c’è l’uomo, poi viene l’atleta. Capire chi è, come si relaziona con i suoi aspetti per poi poter lavorare assieme sprigionandone il massimo potenziale”.

Qual è la relazione fra il campione e il successo?

“Non facciamoci confondere da questi due termini che troppo spesso vengono ritenuti uno la componente dell’altro. Il campione è colui che si immerge nel profondo, che lavora con costanza per migliorarsi ed è in grado di comprendere e far convivere le tre componenti del pensiero tridimensionale: mente, emozioni e corpo fisico. Il successo può giungere per caso e lo si ottiene nel momento in cui ci allena, ma il percorso per diventare il cosiddetto campione non deve essere strettamente connesso al numero di vittoria ottenute. Il giocatore in partita non deve pensare bensì agire, penserà quando l’allenatore spiegherà, solo così potrà crescere, senza avere come unico obbiettivo il “giocare per vincere”. In questo modo si riducono solo le proprie potenzialità: partendo invece dal particolare su cui si vuole lavorare e concentrandosi su questo ci si può perfezionare”.

Che tipo di cultura sportiva vige in Italia oggi secondo lei?

“La cultura del risultato, il tutto e subito, senza preoccuparsi del percorso dell’essere umano e dell’atleta e di come possa migliorare, nulla di più sbagliato. Il risultato è il più grande nemico dello sportivo, crea in lui tensione e lo distrae dai suoi obbiettivi. Pensiamo al bambino che un volta terminata la partita torna a casa, qual è la domanda più comune che gli viene posta? Hai vinto o perso? In base a ciò si decreta la bravura o meno del piccolo. A mio avviso la valutazione di crescita del bambino andrebbe commisurata al suo grado di impegno, sarebbe dunque più giusto chiedere Com è andata o Che hai fatto oggi?. L’età compresa fra i quattro e i nove anni, è il periodo più fecondo per apprendere ed è importante che sin da piccoli genitori e allenatori instaurino nel bambino una cultura sportiva volta alla crescita non decretata esclusivamente alla competitività, che se mal gestita danneggia. Dare il meglio di sé, questo è ciò che realmente conta, anche sbagliando, perché gli errori e le sconfitte sono un importante mezzo per crescere e migliorare”.

Curriculum vitae Patrizio Zepponi

(link: http://www.progettotennis.it/patrizio_zepponi.html)

Patrizio Zepponi, nato il 20 Luglio 1954 a Bruxelles, ha cominciato l’attività di insegnante di educazione fisica (scienze motorie) all’Università di Urbino nel 1980. Trainer specializzato in tecniche di massimo rendimento. Ideatore del metodo settoriale (cervello settoriale – allenamento settoriale) e del training tridimensionale (corpo, emozioni e mente). Ha tenuto corsi AIAC nel 2006: comunicazione e tecniche di massimo rendimento agli allenatori della provincia di Pesaro e della regione Marche (Ancona); UISP: comunicazione e tecniche di massimo rendimento ai maestri di tennis per conto della scuola maestri della lega nazionale tennis; settore Nazionale Federazione Italiana Tennis Palagano (Mo) per 3 anni. Roma Tre Fontane come collaboratore del professore Loris Gallippi; Direttore di centri estivi (Pesaro, Riccione, Messina e Fano (dal 1984 al 98); responsabile centro valutazioni, rilevazioni antropometriche, valutazioni funzionali, test motori Pesaro, Riccione, Fano, Messina (dal 1984 al 1988); responsabile centro valutazioni, test motori, valutazioni funzionali rilevazioni antropometriche presso centri estivi sportivi e circoli tennis romani in collaborazione con la società sportiva di Fabrizio Cencioni (dal 2000 al 2002); Tennis serie A + atleti di livello internazionale (Baar, Rocchi, Ostoja, Gaudi, Voinea, Consolini, Adriano e Claudio Panatta). Preparatore atletico della prima squadra della Scavolini basket in serie A per 3 anni; collaborazione col Basket Mondolfo in C2 e Volley Libertas Pietro Mennea Monteporzio; piloti professionisti, moto e auto pure di Formula 1 (dal 1991); atleti professionisti vari: tennis – basket – ciclismo – pugili – atletica (400 metri) pattinatori (europei), ciclisti, ecc. Tecnico qualificato Milan Junior e direttore della scuola Calcio Milan Junior Camp (2004 – 2005); collaborazione professionale con Giorgio Ciaschini, vice di Carlo Ancellotti alla Reggiana, al Milan, alla Juventus, al Parma, al Chelsea, al Paris Saint-Germain (dal 1995 ad oggi). Collaborazione tennis agonisti: Cattolica, Fano, Pesaro, San Marino, Todi, Roma, Ravenna, Rivazzurra, Palermo, Toirano, Viserba, Forlì, Foligno, Perugia; docente Accademie in Italia ed estero Tennis-Gotennis (sede a Modena); responsabile della scuola calcio Arcobaleno che comprende 5 paesi della valle del Metauro (Pesaro – Urbino); docente Progetto Quadro per imprese: Management per l’integrazione culturale secondo l’approccio del training tridimensionale 2010; docente Progetto Quadro per imprese: comprensione e gestione conflitti secondo l’approccio del training tridimensionale e Enneagramma 2010-11; docente progetto Quadro imprese: Gestione del tempo e dello stress 2011; docente allenatori presso la federazione calcio San Marino dal 2008; presidente della società Coop Promo 2000 dal 1998.

Veronica Lisotti

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