CICLISMO: AL 50° GIRO DELLA VALLE D’AOSTA LA MAGLIA ETICA-ANTIDOPING HA CONQUISTATO CORRIDORI E TECNICI
Marco Chianese vince la speciale classifica per la salute dei giovani e la credibilita’ del ciclismo

Debutto superato con lode per la maglia etica-antidoping: come nelle previsioni, il 50° Giro della Valle d’Aosta si e’ rivelato il banco di prova piu’ autorevole per testare la rispondenza dei migliori giovani del panorama internazionale all’invito a mettere in evidenza la loro serieta’ di uomini e corridori accettando di sottoporsi a controlli a tutela della propria salute dopo aver conquistato allo sprint i traguardi volanti disseminati lungo le tappe della prestigiosa corsa organizzata dalla Societa’ Ciclistica Valdostana.

Uno step importante per il progetto elaborato nell’estate di un anno fa dall’Asd Sapientiae Motusque di Sezze (Latina) e sviluppato in seguito con l’Unione Nazionale Veterani dello Sport: l’iniziativa gode inoltre dallo scorso febbraio del patrocinio del Ministero della Salute concesso da Renato Balduzzi, titolare del dicastero durante il governo Monti, e ieri presente alla premiazione conclusiva della corsa sul palco di Aosta, dove ha espresso la sua totale soddisfazione per l’evoluzione dell’iniziativa.

‘Ho vissuto un momento non privo di emozione – ha commentato Balduzzi al termine della cerimonia – Sono convinto che il segnale della maglia etica vada raccolto anche dal ciclismo professionistico”.

La parola a corridori e tecnici

”Da quando ho appreso, in sede di presentazione, che il Giro della Valle d’Aosta avrebbe proposto la classifica degli sprint catch che metteva in palio la maglia etica mi sono subito concentrato su questo obiettivo. Sono convinto che si possa ancora fare ciclismo agonistico contando unicamente sulle proprie forze ed energie. La casacca che ho conquistato e’ importante perche’ fornisce una svolta nell’approccio al fenomeno doping: fino a ora si pensava a sanzionare con le squalifiche gli atleti positivi ai controlli. Adesso c’e’ un simbolo che premia e mette in evidenza immediatamente chi vuole rimanere estraneo al ricorso ai farmaci vietati: e’ un passaggio culturale cruciale”.

L’opinione di Marco Chianese (team Palazzago-Fenice) compendia cinque giorni di sforzi del corridore napoletano, 20 anni, per mettere nella sua bacheca un riconoscimento al bene della dirittura morale, a cui ha ripetuto di tenere tantissimo.

Fan di Philippe Gilbert, Chianese, un diploma da ragioniere da sfruttare prossimamente, ha conquistato la graduatoria dopo un duello vivace, contrassegnato anche da uno sprint in quota nella durissima frazione savoiarda di Morillon: per lui un rivale di indubbia tenacia come Simone Petilli, lecchese di Dervio, che al secondo posto nella classifica della maglia etica ha unito l’affermazione come miglior arrampicatore della gara con tanto di elegante maglia a pois viola.

”I traguardi volanti sono una tradizione radicata nelle competizioni: agganciarli ai controlli antidoping e’ un metodo efficace per premiare completamente la qualita’ di un corridore.

L’iniziativa e’ importantissima: ho lottato con Chianese per conquistare la maglia etica, che ho conquistato per un giorno a Champorcher, e ne e’ uscita una bella sfida. La mia zona di residenza quest’anno e’ stata segnata dalla positivita’ di Mauro Santambrogio al Giro d’Italia: e’ un’immagine dolorosa per il ciclismo che va necessariamente superata”: ha spiegato il corridore del team bresciano Delio Gallina-Colosio, che ha chiuso con 11 punti, contro i 16 di Chianese, la sua rincorsa alla maglia etica.

Nei quartieri alti della classifica generale consensi chiari da parte di Davide Villella, vincitore del Giro: ”Non ho niente da nascondere e quindi nessun problema da parte mia ad affrontare altri controlli antidoping se sono utili a ridare forza e credibilita’ al nostro sport”.

Davide Formolo (Petroli Firenze-Wega) contento a meta’ per la sua piazza d’onore in classifica finale, oltre a ribadire le caratteristiche di lottatore quando la strada ha pendenze piu’ severe e’ stato molto esplicito: ”In gruppo ci sta bene una maglia che cattura l’attenzione perche’ legata ai test a tutela della salute. Io vorrei venissero condotti ulteriori esami anche quando non si gareggia: per questo propongo di allargare il sistema di reperibilita’ per i controlli a sorpresa a tutti i corridori della mia categoria, non solo a quelli che rientrano nel giro della nazionale azzurra”.

Gianluca Valoti, tecnico del team Colpack-Astro che ha guidato in ammiraglia Villella all’affermazione piu’ importante, al momento della sua carriera, e’ stato ancora piu’ esplicito: ”La maglia etica dovrebbe esserci in tutte le gare che affrontiamo durante l’intera stagione: ne deriverebbe di certo una maggiore valorizzazione di chi a ogni livello lavora con serieta’ – organizzatori, team, corridori – per far emergere i protagonisti futuri del professionismo”.

A Olivano Locatelli, direttore sportivo di Marco Chianese, l’osservazione conclusiva: ”La casacca etica e’ il messaggio che indica la direzione in cui si deve proseguire nel ciclismo per uscire da lunghi anni di errori commessi da parte delle varie componenti di settore”.

Ad Aosta, citta’ natale di Innocenzo Manzetti, genio misconusciuto capace di inventare nell’Ottocento il robot e il telefono, si e’ lavorato con la stessa creativita’ e tenacia per diffondere un messaggio etico significativo: la collaborazione del presidente Vasco Sarto, del segretario Luciano Vierin e di tutto il team della Societa’ Ciclistica Valdostana ha segnato un momento di svolta di grande impatto.

Sezze (Latina), 15 luglio 2013

allegato: foto podio finale Aosta maglia etica con Andrea Desana (consigliere nazionale Unione Veterani dello Sport), Marco Chianese (team Palazzago-Fenice), Fabio Provera (Sapientiae Motusque), e onorevole Renato Balduzzi (Scelta Civica)

Fabio Provera
Ufficio stampa e sviluppo maglia etica-antidoping