Pallacanestro Trapani, il bilancio stagionale del coach Flavio Priulla

Coach, partiamo dall’analisi di Andrea Castellano del Giornale di Sicilia, che ha  scritto come l’annata della Pallacanestro Trapani non sia stata positiva ma neanche un fallimento. Sei d’accordo?

“Direi che la fotografia è perfetta. Inutile nascondere che eravamo partiti con l’ambizione di vincere il campionato e compiere il salto di categoria. Ma si gioca anche contro altre squadre: le tre più accreditate – noi, Roseto e Basket Nord Barese – abbiamo occupato i primi tre posti. Siamo arrivati in semifinale e, dopo avere disputato dei buoni playoff, siamo usciti con il fattore campo a sfavore. Non sarebbe giusto parlare di fallimento”.

Non sarebbe neanche giusto ignorare la delusione…

“Naturalmente. Dal punto di vista personale, per me questa stagione è stata un’esperienza straordinaria. Sono trapanese e sapevo che svolgere qui questo lavoro sarebbe stato molto difficile, che non mi sarebbe stato perdonato nulla. Tutti noi dello staff tecnico – oltre a me, Valerio Napoli e il preparatore atletico Salvatore Poma hanno svolto un lavoro eccellente – abbiamo dato il massimo, profuso ogni energia. E’ evidente che ho commesso degli errori, di cui mi assumo la responsabilità. Mi rimane anche la soddisfazione di aver visto la squadra giocare una bella pallacanestro in alcune parti della stagione, di aver raccolto nove vittorie di fila, di non aver mai perduto due gare consecutive e di aver  mantenuto l’imbattibilità casalinga. Il nostro percorso netto al PalaDespar non è stato accompagnato da una crescita del gruppo fuori casa.  Abbiamo pagato questo. In alcuni momenti della stagione, probabilmente, avrei dovuto avere un altro atteggiamento con la squadra. Rimane, però, il dato più chiaro: non siamo stati promossi, quindi non abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato”.

Il tifoso della Pallacanestro Trapani Flavio Priulla come giudicherebbe il lavoro del coach Flavio Priulla?

“Mi chiedi troppo. Non posso essere oggettivo parlando di me”.

Qual è il tuo messaggio ai tifosi granata, che spesso non sono stati teneri con te?

“Il tifoso ha il diritto di critica, assolutamente. E ogni critica è utile al nostro lavoro, se non si è sordi. Ma nella critica del tifoso va riconosciuto anche l’aspetto passionale, che è tipico di chi tiene alla sua squadra. Quindi, tengo in considerazione tutti i pareri ma è normale che per me contino maggiormente il parere degli addetti ai lavori, dei dirigenti, del presidente, dei colleghi. Con tutto il rispetto dei tifosi, io devo scindere l’aspetto emozionale dall’aspetto professionale. In ogni caso,  sono grato ai nostri sostenitori per come sono stati vicini alla squadra per tutta la stagione”.

Ufficio Stampa