LE BARCHE AUTOCOSTRUITE DAI RAGAZZI HANNO PRESO IL LARGO DA SANTA MARINELLA

Roma, 19 maggio.Il varo c’è stato sabato pomeriggio, 18 maggio, nel porto turistico di Santa Marinella (Rm). Presenti oltre 200 ragazzi provenienti dalle sette città che hanno partecipato al progetto Capitan Uncino, promosso dall’Uisp.
Dopo mesi di progettazione, costruzione, verniciatura e decorazione, le barche a vela auto costruite dai ragazzi sono state le protagoniste di questo battesimo del mare. L’idea che ha animato il progetto è che lo sport, la vela in particolare, possa rappresentare uno strumento di aggregazione e integrazione sociale.
Gli scafi, realizzati in legno e lunghi 4 metri, sono stati autocostruiti da ragazzi con e senza disabilità, rispettando le esigenze di tutti. La manifestazione è proseguita nella mattinata di domenica 19 maggio con gli equipaggi che si sono riuniti tutti insieme e hanno raccontato le loro esperienze, il perché della scelta dei nomi degli scafi, delle bandiere e degli inni.

Lo scafo costruito a Tricase (Lecce) si chiama “Burrasca” e lo spunto è nato dalla storia di tre ragazzini pakistani che hanno raggiunto le coste salentine dopo una dura traversata. Oggi i tre ragazzi si sono integrati con la comunità locale, hanno fatto amicizia con altri coetanei e hanno partecipato alla costruzione della barca. La barca di Gaeta si chiama “Cajeta”, nome originario della città. A Civitavecchia (Rm) il nome della barca realizzata è tutto un programma: si chiama “Perla” ed è stata costruita grazie al concorso di tre associazioni: La Bilancella, Asd Pescatori sportivi di Santa Marinella e Amici della Darsena romana onlus.
Ognuna di esse si è occupata di un ambito di lavoro, dalla costruzione della barca alla cucitura delle vele.   “Infinity” è il nome della barca realizzata a Ferrara dai ragazzi del Liceo scientifico Roiti insieme all’Associazione Calimero, che si occupa di ragazzi con diverse abilità. Sebina, operatrice Lis, la lingua dei segni, ha spegato la sua esperienza con l’equipaggio della barca costruita tra Avola e Noto, in Sicilia. E’ lei che ha indicato ai ragazzi quando strambare o virare. La barca è verniciata di bianco, con le sagome colorate delle mani dei ragazzi.

Il progetto, promosso dall’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti e finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito della legge 383 di promozione sociale, ha visto protagonisti circa 500 ragazzi e ragazze con disabilità e senza, in sette città italiane, dalla Sicilia alla Lombardia: Noto (Sr), Ferrara, Como, Civitavecchia (Rm), Gaeta, Salerno, Tricase (Le).

Ivano Maiorella,
Ufficio Stampa Uisp