Tiger Woods ha vinto con 275 colpi (67 67 71 70, -13) il The Players Championship, prestigioso e ricchissimo torneo del PGA Tour disputato sul tracciato del TPC Sawgrass (par 72), a Ponte Vedra Beach in Florida. Il numero uno mondiale ha firmato la vittoria numero 78 sul circuito superando di due colpi Kevin Streelman, Jeff Maggert e lo svedese David Lingmerth (277, -11). Al quinto posto con 278 (-10) Ryan Palmer, lo scozzese Martin Laird e lo svedese Henrik Stenson, all’ottavo il nordirlandese Rory McIlroy, numero due del world ranking,l’inglese Lee Westwood, Ben Crane, Brandt Snedeker, Casey Wittenberg, l’australiano Marc Leishman e lo spagnolo Sergio Garcia, che a due buche dal termine era leader insieme al vincitore e poi clamorosamente franato. Gara senza acuti per Hunter Mahan, l’inglese Luke Donald, il sudafricano Louis Oosthuizen e per l’australiano Adam Scott, 19.i con 283 (-5), e decisamente sotto tono per il tedesco Martin Kaymer, 43° con 287 (-1), per il campione uscente Matt Kuchar, 48° con 288 (par), per il sudafricano Charl Schwartzel e per l’argentino Angel Cabrera, 55.i con 289 (+1), e per l’irlandese Padraig Harrington, 75° con 295 (+7).

E’ uscito al taglio Francesco Molinari, 89° con 146 (74 72, +2) colpi, unico italiano in gara e messo fuori gioco da due bogey nelle ultime due buche giocate. Out a metà strada anche Phil Mickelson, Jim Furyk e il fijano Vijay Singh, 78.i con 145 (+1), Nick Watney, gli inglesi Ian Poulter e Justin Rose, il sudafricano Ernie Els e il nordirlandese Graeme McDowell, appaiati con Molinari, e Keegan Bradley, 98° con 147 (+3).

Come detto Woods, 38 anni il 30 dicembre prossimo, ha colto la 78ª vittoria nel circuito e si è avvicinato ulteriormente a Sam Snead, leader nella graduatoria dei plurivincitori con 82, dove Jack Nicklaus è terzo con 73, Ben Hogan quarto con 64 e Arnold Palmer quinto con 62. Si è imposto per la 53ª volta sulle 57 in cui è partito da leader nell’ultimo giro, la 22ª sulle ultime 23 e non ha mai perso avendo almeno tre colpi di margine. E’ la quarta vittoria stagionale in sette gare a cui ha preso parte, ma ha anche un altro titolo in un evento non ufficiale a squadre: la Tavistock Cup. Il The Players Championship è stato suo per la seconda volta a dodici anni di distanza dalla prima.

Woods ha guadagnato 1.710.000 dollari, su un montepremi di 9.500.000 dollari e ha ulteriormente rafforzato la sua posizione nella money list statunitense ($ 5.849.600). Ha allungato anche nella graduatoria della FedEx Cup, ma soprattutto ha portato a oltre tre punti il margine su McIlroy nel world ranking, che guida con 13,66 punti contro il 10.42 dell’avversario. Nel tour ha una media score di 68,516, oltre un colpo in meno rispetto a Garcia, secondo con 69,582, e nel putting la media è di 1,259, largamente avanti rispetto a Bryce Molder (1,007).

Il maltempo non ha fatto portare a termine il terzo turno del torneo, completato prima dell’inizio del quarto. Alla sospensione era in testa Lingmerth con due colpi di vantaggio su Garcia e Woods, ma alla ripresa lo svedese ha perso un colpo nell’unica buca disputata, mentre i suoi due avversari ne hanno guadagnato uno per l’aggancio. Nel giro finale Woods ha rotto subito gli indugi e si è portato avanti, andando sul “meno 13” con tre birdie e un bogey. Gli altri sono rimasti sulla scia, ondeggiando tra uno e due colpi di ritardo, mentre è risalito Jeff Maggert, 49 anni e una buona carriera da regolarista con tre successi. Alla buca 12 Woods con il quarto birdie di giornata e il “meno 14” è sembrato aver chiuso il conto, ma alla 14, però, tutto è tornato in discussione. Tiger ha mandato la palla in acqua, poi ha sbagliato un putt di un paio di metri e con il doppio bogey ha dovuto condividere la leadership con Garcia e Maggert. In corsa anche Lingmerth, indietro di un colpo, ed altri come Palmer e Stenson tesi a rientrare in partita. Woods alla buca successiva ha evitato un possibile disastro imbucando un putt molto difficile da un paio di metri per il par. Alla 16 ha rischiato ancora con un colpo a filo d’acqua e palla in bunker, ma l’uscita è stata da manuale e, a mezzo metro dall’asta, non ha fallito il “meno 13”. Nel frattempo hanno ceduto Palmer e Stenson, mentre alla stessa 16 è stato birdie anche per Garcia e per Lingmerth. Lo spagnolo è tornato alla pari con Woods e lo svedese ha agganciato Maggert in terza posizione. Il sogno di quest’ultimo è svanito alla 17, la buca più suggestiva e difficile del campo, con il green in mezzo al lago e la bandiera quasi su un bordo: tee shot corto e la palla annegata a un paio di metri dal green. Poco dopo Woods ha preferito giocare la stessa buca in sicurezza, anzi fin troppo tanto che si è lasciato un putt molto lungo, ma è stato par.

Qualche minuto dopo è iniziato il dramma di Garcia: palla in acqua con il primo colpo, bis con il successivo e quadruplo bogey. Lingmerth ha optato per il tutto per tutto e ha cercato la bandiera: la palla si è fermata a un paio di metri dal bersaglio, il putt non è stato all’altezza, tuttavia è rimasto l’unico ancora in ballo per il titolo, a un colpo da Woods. Questi ha aggredito letteralmente la 18, altra buca da prendere con le molle: drive lunghissimo, secondo colpo a mirare l’asta e palla tre metri oltre, poi due putt per il par e l’attesa davanti al televisore. Lingmerth, sicuramente meritevole di ogni elogio essendo solo alla 13ª presenza nel tour, ha sentito la pressione e il drive non è stato dei migliori. La palla, nel primo taglio di rough, non gli ha permesso di puntare alla bandiera: ha trovato il green, ma gli sono occorsi tre putt per concludere perdendo un secondo posto in solitudine che avrebbe ampiamente meritato. Garcia, ormai in bambola, ha trovato l’acqua per la terza volta e con il doppio bogey è rotolato fino in ottava posizione. Una batosta sotto l’aspetto morale.

“E’ stata una battaglia dura – ha detto Woods – su un campo ostico. Ho effettuato tanti buoni colpi, eccetto il tee shot alla 14. Sulle prime nove buche ho avuto numerose occasioni da birdie, ma la palla non è entrata dopo ottimi putt. Con il mio caddie ci ho scherzato su, dicendo che forse era meglio effettuare putt più brutti che magari sarebbero andati a segno. Dopo il doppio bogey alla 14 ho pensato che se riuscivo a giocare le successive quattro buche sotto par quanto meno sarei andato al play off. Immaginavo che la buca 17 avrebbe fatto selezione. Su quel green ho eseguito un gran putt e, insieme al birdie della 16, penso sia stato tra gli episodi determinanti. E’ stato successo difficile, ottenuto sul filo di lana, ma non sempre si può vincere in tranquillità e con largo margine. Dipende da molti fattori e oggi, con questo percorso, poteva succedere di tutto. Si, alla buca 18 sapevo cosa stava accadendo dietro: c’erano alcune persone che ci informavano”.

13 maggio 2013