Max Schmeling, Primo Carnera, Fausto Coppi, Gino Bartali, Massimo Berruti

sono tra i protagonisti della grande rassegna cheraschese

PALAZZO SALMATORIS, 15 settembre – 16 dicembre 2012

La mostra di Palazzo Salmatoris “Lo sport nell’arte” aperta a Palazzo Salmatoris fino al 16 dicembre 2012, ha come filo conduttore lo sport, come si legge nel titolo: è stata voluta e ideata per allacciarsi agli eventi sportivi di portata nazionale e internazionale che hanno caratterizzato Cherasco in questo anno (il Giro d’Italia e i campionati italiani di tiro con l’arco). Offre un percorso semplice e fruibile da tutti, sull’arte del Novecento e sulla contemporaneità con opere che parlano di sport e di personaggi sportivi, alcuni dei quali anche famosi.

Tra gli atletici popolari ricordati nell’importante rassegna cheraschese spiccano i nomi del tedesco MAX SCHMELING, campione mondiale di pesi massimi dal 1930 al 1932, e dell’italiano PRIMO CARNERA, campione dei pesi massimi nel 1933.

Il primo, immortalato in uno straordinario olio di Carlo Vitale (Ritratto di boxeur, 1930) iniziò la carriera agonistica nel 1924; al secondo incontro da professionista mise fuori combattimento alla terza ripresa Piet Van der Veer che aveva conteso nel 1923 il titolo europeo dei pesi massimi a Erminio Spalla.

Il secondo, noto anche con il nome di “gigante buono” è ancora un mito della boxe mondiale. Il fascismo lo usò come simbolo di forza del regime, i manager lo ridussero alla fame.

Il 26 giugno 1933: Primo Carnera batte per K.O. Jack Sharkey in sei riprese e diventa campione del mondo dei pesi massimi di pugilato. La sua prima dichiarazione ad un giornalista del “Corriere della Sera” è: “Offro questa vittoria al mondo sportivo italiano, giubilante e orgoglioso di aver mantenuto la promessa fatta al duce”. È un momento d’oro per il discusso pugile italiano come è un momento d’oro per la propaganda fascista attraverso lo sport: un mese dopo la vittoria di Carnera, Italo Balbo porterà a termine la sua trasvolata atlantica, nel 1934 l’Italia vincerà i campionati del mondo in Francia, mentre nel ’32 gli atleti in camicia nera si erano molto ben comportati alle Olimpiadi di Los Angeles.

Mussolini percepì fin dall’inizio l’importanza dello sport visto come strumento di consenso sociale, nonché di addestramento pre–militare; ecco perché buona parte della rassegna è concentrata proprio su questo periodo. Non mancano lavori legati ai voli acrobatici – sia in pittura che in fotografia – o opere legate al calcio: sport che poteva raggiungere maggiormente le masse.

Ma tornando agli atleti diventati dei simboli è doveroso citare il ciclista Angelo Fausto Coppi, presente in mostra nell’opera di Treccani (Omaggio a Coppi, 1951) e nella collezione di fotografie del piano superiore proveniente dallo Csac (Centro studi università di Parma).

Soprannominato il Campionissimo o l’Airone, fu il corridore più vincente e famoso dell’epoca d’oro del ciclismo, ed è considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi. Eccellente passista e scalatore, buon velocista, era un corridore completo e adatto ad ogni tipo di competizione su strada. Si impose sia nelle più importanti corse a tappe sia nelle maggiori classiche di un giorno. Fu anche un campione di ciclismo su pista. Professionista dal 1939 al 1959, vinse cinque volte il Giro d’Italia (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953) (record), e due volte il Tour de France (1949 e 1952).

Leggendaria la sua rivalità con Gino Bartali, anch’esso ricordato nella rassegna cheraschese (collezione fotografica dello Csac), che divise l’Italia nell’immediato dopoguerra (anche per le presunte diverse posizioni politiche dei due). La carriera di Bartali, più vecchio di Fausto Coppi di cinque anni, fu notevolmente condizionata dalla seconda guerra mondiale, sopraggiunta proprio nei suoi anni migliori. Nel 1940 si sposò a Firenze con Adriana Bani, che sempre lo sostenne nelle sue gare. Soprannominato Ginettaccio vinse il Tour de France nel 1948, che, a detta di molti, contribuì ad allentare il clima di tensione in Italia dopo l’attentato a Palmiro Togliatti.

«L’idea della rassegna – come ricorda la curatrice Cinzia Tesio – è stata quella di coniugare l’attività fisica e sportiva con la ricerca artistica intesa come espressione piena di sé a delle proprie potenzialità. Il protagonista è il 900 visto dall’artista che osserva lo sport e a volte lo pratica pure. Tra questi merita un’indubbia citazione il grande campione di pallapugno Massimo Berruti (Il battitore e i suoi pensieri, 2010)».

Il pallone elastico, chiamato pallapugno ufficialmente dal 2001 e definito balon (pronuncia “balùn”) in lingua piemontese e lingua ligure, è uno sport di squadra sferistico giocato con una palla su un terreno di gioco privo di rete.

Una mostra che avvicina quindi il mondo dell’arte e dei suoi appassionati – grazie alla presenza di grandi capolavori realizzati da artisti di fama internazionale – quali Picasso, Balla, Dottori, Carrà Campigli, De Chirico, Sassu, per citarne solo alcuni – al mondo dello sport per permettere a tutti di ricordare e rivivere pagine della nostra storia.

Orario della Mostra:

da mercoledì a sabato, ore 9,30/12,30 – 14,30/18,30

Festivi, ore 9,30/19,00

Le biglietterie chiudono alle ore 18,00 e alle ore 18,30

Biglietteria

PER I CHERASCHESI ENTRATA GRATUITA (esporre la carta d’identità)

Interi 5,00

Ridotti (da 12 a 18 anni e ultrasessantenni, studenti universitari) 4,00

Visite scolastiche (Materne, Scuola dell’Obbligo e Superiori) 2,00

Riduzione per gruppi organizzati e prenotati

Festivi e prefestivi possibilità di visita con guida artistica (compresa nel biglietto)

Lunedì e martedì su prenotazione

Segreteria della Mostra – Prenotazione gruppi

www.comune.cherasco.cn.it