Giustificato l’entusiasmo del team selargino dopo la prima vittoria stagionale

Selargius, 15 ottobre 2012

Se sono riuscite nella piccola impresa di scrollarsi di dosso le mai dome valmadreresi (63 – 59), il merito è anche di un pubblico scatenato che non aspetta gli incontri di cartello per infondere una consistente quantità di energia alle proprie beniamine. Le gradinate colme della struttura geodetica comunale rappresentano un segnale di come la trentaseienne società campidanese stia continuamente svolgendo un lavoro capillare nella diffusione del basket tra piccini e meno giovani. Quella folla vociante è stata accontentata in pieno con uno spettacolo degno delle più spericolate montagne russe con ascese sontuose e crolli in picchiata, suggellato da un tempo supplementare thrilling dal lieto fine. Con la sirena che manda tutti negli spogliatoi cominciano i balli tondi sul parquet tra grovigli di braccia che si intersecano nella nuovissima divisa giallonera tendente a risaltare la bellezza di un gruppo affiatato.

ANNA LUSSU: “VINCIAMO PER I NOSTRI TIFOSI”

Non sono ancora cominciati i festeggiamenti ma c’è qualcuno che già pensa a sveltire le azioni burocratiche. Se esistesse una complice dell’irresistibile Speedy Gonzalez forse avrebbe le movenze di Anna Lussu. Veloce, scattante, imprendibile e ficcante la si vede ancora col fiatone che restituisce le carte d’identità alle compagne: “Meglio provvedere subito – chiarisce la playmaker – perché in passato mi è capitato di smarrirla proprio durante una trasferta, ad Orvieto”. Sulla gara appena conclusa dice: “Cerco di applicare al meglio le mie caratteristiche, questa volta è andata bene. Purtroppo ci è capitato spesso di prendere un largo margine di vantaggio e di essere recuperate, oggi però ha prevalso la voglia di vincere anche perché ci siamo ritrovate con l’avversaria dei play off promozione dello scorso anno e volevamo confermare la nostra superiorità. Il pubblico ci ha sostenuto, dandoci tanta forza, vinciamo anche per loro”.

LE NUOVE ARRIVATE SONO ORMAI DI CASA

Si sentono già parte integrante del gruppo. E questo è un altro segno che indica come tra le mura giallonere la serenità si coltiva con passione quotidiana. Roberta Di Gregorio è in Sardegna da appena dieci giorni, come la superstar “Roks” Yordanova, ma non si vede. “Abbiamo messo tanto cuore, tanta grinta e tanta difesa – dice la pugliese – mi è piaciuto il tifo, per ogni canestro c’era un’ovazione da stadio, sembrava che ci fossero tremila persone. Quella del San Salvatore la reputo una grande famiglia, sono tutti tranquilli e noi lavoriamo sodo. Questa vittoria ce la siamo sudata, prima della gara pregavo affinché andasse a buon fine perché in settimana abbiamo fatto davvero tanti sacrifici. A Cremona potevamo vincere, ma sia io, sia Yordanova eravamo arrivate da appena due giorni”.

Perfettamente integrata nel giro selargino anche Betarice Morselli che in Sardegna risiede da più settimane: “Ci tenevamo ad esordire bene in casa – chiosa il pivot – ma non mi aspettavo un pubblico caloroso già dalla prima partita. La mia fisicità cerco di metterla in campo e di renderla produttiva. C’è molto da lavorare però stiamo prendendo la strada giusta. Spero di essere stata utile alle mie compagne per il conseguimento di questa vittoria”.

CAPITANO, ALA E ALLENATORE PIENAMENTE SODDISFATTI

Talmente concentrata per la prima casalinga che non ha trovato tempo e coraggio per leggersi l’intervista apparsa sul quindicinale della società “Giallo Nero”, altra vulcanica trovata della dirigenza per coinvolgere maggiormente la tifoseria

La “capitana” Emanuela Tinti riesce a ritrovare sorriso e distensione al termine della sfida: “Sono contentissima perché all’andata, lo scorso anno, perdemmo contro il Valmadrera. Ci siamo prese una bella rivincita – continua Emanuela – e sono particolarmente soddisfatta perché dopo il tempo supplementare siamo riuscite a tenere”. Prova a darsi una spiegazione sui motivi dei loro cali improvvisi: “Ci sono dei momenti in cui ci spegniamo e non riusciamo a tenere i ritmi. L’importante è che poi ci si possa risvegliare dal torpore e proseguire sulla retta via. Rispetto a Cremona siamo riuscite a trovare maggior feeling tra noi, sia in attacco, sia in difesa. Ci conosciamo una settimana in più e si è visto”.

Teme di rilasciare dichiarazioni davanti alle sue compagne perché gli scherzetti “disturbatori” non si conterebbero. Stefania D’Arenzo chiede la cortesia di essere interpellata a distanza di sicurezza, ma con occhio vigile controlla che la situazione non degeneri.“Giocare davanti al proprio pubblico dà tanta emozione –commenta – ci siamo trovate nettamente in vantaggio, poi abbiamo un po’ mollato. Ma l’importante era vincere specie con il Valmadrera di cui conoscete i precedenti. Sono contenta della nuova straniera Roksana Yordanova e di tutto il collettivo. Non avendo mai giocato nel girone nord non so che tipo di squadra ci attenderà ad Udine”.

Per chi non era abituato, sentirlo urlare in quella maniera deve essere stato traumatizzante. Specie nelle fasi più critiche l’ugola disinvolta di Fabrizio Staico ha emesso suoni da far rabbrividire il più sofisticato dei fonometri. L’allenatore del team selargino fa fatica a pronunciare delle frasi compiute: “Sono senza voce perché vivo la partita più delle giocatrici. Le mie urla non sono contro di loro ma è un tentativo di alimentare il fuoco agonistico che è in loro”. Poi si esprime sull’andamento del match: “È stato dai mille ritmi con alti e bassi soprattutto. Il supplementare lo abbiamo fatto guadagnare alle nostre avversarie. La nota lieta è che ci piace lavorare insieme e ogni settimana siamo in grado di costruire un’idea di gioco sia in attacco, sia in difesa e oggi l’hanno dimostrato. Se poi consideriamo che le ragazze hanno effettuato appena cinque allenamenti insieme, allora si capisce come il bilancio non possa che essere positivo. In questa partita hanno risposto tutte, dalle più piccole alle più grandi in egual misura”.

L’ENTUSIASMO DEL MEDICO SOCIALE

Il “pallone” di Viale Vienna ha indossato l’abito delle cerimonie che contano. Tirato a lucido, ha pure ospitato una nuova tribunetta stampa che ha lasciato piacevolmente sorpresi i colleghi presenti. Il medico sociale della società Mariano Contu ha fatto il tifo da bordo campo: “Abbiamo avuto l’occasione di cimentarci con una avversaria più attrezzata della nostra grazie al loro roster di 18 componenti. in campo si è potuto notare come abbia pesato la preparazione ancora da completare; in queste settimane abbiamo avuto troppe pause e in termini di fiato questo si sente. Ma alla fine il cuore giallo nero ha prevalso, la testa e la capacità di ragionare ci ha permesso di portare a casa questa vittoria. E’ un bel risultato per noi”.

GUALTIERI: “C’È QUALCOSA DA RIVEDERE”

Tiziano Gualtieri non è stato da meno rispetto al collega avversario. Anche lui ha apostrofato con grande enfasi le sue ragazze. Evidentemente è servito solo in parte perché sono riuscite a recuperare una gara che sembrava compromessa già al primo quarto, però si sono dovute arrendere nel concitato finale. “Partita da alti contenuti agonistici – riflette il coach del team lecchese – il San Salvatore ha fatto le cose migliori, il risultato ci sta, anche se a volte si può vincere senza meritare. Ci sono stati nel finale due o tre fischi che mi sono sembrati discutibili, ma è nella norma perché anche a me in casa capiterà di avere qualche decisione a favore. Puntiamo al nono o al decimo posto, per adesso non possiamo aspirare a qualcosa di meglio perché abbiamo sbagliato le valutazioni di alcune nostre giocatrici che può darsi possano venire fuori in seguito. Il campionato è abbastanza complicato, si rischia spesso, come noi che siamo venuti a Selargius per fare risultato e invece ci siamo ritrovati sconfitti”.