Coach Priulla, come sta seguendo la nascita della Pallacanestro Trapani 2012/2013?

“Ho la fortuna di lavorare a fianco di un direttore sportivo come Francesco Lima, con cui c’è sempre stato un confronto vero, serrato, leale. Funzionava così quando ero assistente di Giovanni Benedetto, figuriamoci oggi che sono capo-allenatore. E’ una situazione di privilegio, perché questo tipo di rapporto mi consente di vivere bene il mio lavoro: ecco perché non ci sono preoccupazioni ma soltanto stimoli. Ed ecco perché quando mi parlano di pressione per essere l’allenatore di Trapani, rispondo che ben venga questo tipo di pressione. Se poi aggiungiamo che tutti insieme godiamo di avere alle spalle una proprietà così determinata e solida, allora non posso che dire di avere la fortuna di lavorare per la Pallacanestro Trapani, che è anche la squadra della mia città”.

Ancora non c’è nulla di ufficiale ma la composizione del girone non è difficile da immaginare. Che idea si è fatta? Che campionato potrebbe essere il prossimo?

“Adesso ci basiamo sulla tradizione delle piazze, sul nome delle squadre, sulle voci. Per un’analisi più attendibile, naturalmente dovremo necessariamente attendere almeno di leggere i roster. Da quel che possiamo capire dai procuratori e leggendo qua e là, alcune verità però emergono. La prima è palese ed è che la crisi economica induce ad allestire squadre con atleti senza stipendi molto costosi; la seconda è che giocheremo su alcuni campi molto caldi, in cui sarà molto difficile vincere per chiunque; la terza riguarda noi ed è quella che più mi interessa: noi siamo in grado di allestire una squadra che punti in alto”.

Come sarà la Pallacanestro Trapani che verrà?

“Sono molto contento degli innesti di Luca Tardito e Luca Ianes: due giocatori che in Dnb sono di grande livello. Per quanto riguarda l’arrivo dell’esterno che completerà lo starting-five, non c’è fretta. Ripeto: la sintonia con il direttore sportivo e con la proprietà è totale e non ci sarà alcun problema ad individuare il giocatore più opportuno, quello che dovrà fare al caso nostro”.

C’è chi dice che questa squadra avrebbe bisogno di un playmaker…

“Direi proprio di no. Davide Virgilio è il nostro capitano, è integro e possiede tutte le capacità per gestire se stesso e i compagni. Di che pasta sia fatto Matias Degregori, lo abbiamo capito tutti nella stagione passata: unisce doti di regia e iniziative personali in maniera mirabile, sempre al servizio della squadra. E poi, se ce ne fosse bisogno, c’è sempre Ariel Svoboda che può portare la palla avanti: lo ha già fatto anche in categorie superiori. No, in questo ruolo siamo coperti”.

E in cosa questa squadra deve potenziarsi?

“Credo molto nella qualità del lavoro. E non a parole. Fino a dicembre, nella stagione passata, siamo stati scintillanti, perché ogni giorno ci allenavamo con una costanza e una concentrazione straordinarie. Poi, con gli infortuni, le cose sono cambiate; e, nonostante la serie di vittorie, sul piano del rendimento non siamo più stati brillanti come prima. Partendo dal concetto che solo otto o nove giocatori possono godere di un minutaggio significativo, sarà importante avere in organico un altro lungo che dia del filo da torcere ogni giorno a Ianes, Costantino e Tardito in allenamento. La battaglia quotidiana sotto canestro regala qualità al lavoro complessivo della squadra: perciò, oltre all’esterno, prenderemo un giovane affidabile in questo ruolo”.

Da trapanese, cosa si sente di dire ai tifosi trapanesi?

“Li ringrazio di cuore per come ci sono stati vicini. E poi, proprio da trapanese, li invito ad una valutazione di questa Pallacanestro Trapani: abbiamo la fortuna di avere trovato una proprietà eccezionale. Ognuno di noi deve dare il proprio contributo, per conservare questa realtà: le premesse perché nella nostra città accada qualcosa di importante nei prossimi anni ci sono tutte. E’ necessario che ognuno di noi faccia la propria parte perché queste premesse vengano mantenute”.

Ufficio Stampa