Anche oggi si gioca, per fortuna “solo” due partite, una la mattina, l’altra il pomeriggio, così ci resta il tempo per andare un po’ in spiaggia (partitona di pallavolo ovviamente con il pallone da pallanuoto, ma che male, e sfida in acqua tutto buono), guardare insieme i Simpson, riposare un po’, rigiocare, partecipare al Workshop sulla rianimazione, abbracciare alcune mamme e papà che sono arrivati in serata. Si perché anche se giochiamo a pallanuoto, andiamo in giro da soli, abbiamo il telefonino, usciamo con i nostri amici, cominciamo a innamorarci , mamma e papà ci mancano tanto. A qualcuno di noi qualche lacrimona è scesa e non abbiamo vergogna a dirlo.

Ma torniamo all’Haba Waba. Sia per la squadra 2001 che la 2003 ci resta una sola partita da giocare del girone poi comincia la fase finale: vediamo i nostri allenatori scrivere e fare i conti, non ci dicono niente se non che ogni partita è come se fosse la prima. Sicuramente è giusto così: noi pensiamo solo a divertirci.

Alla fine delle partite siamo andati tutti in una grande sala dove ci aspettavano un ragazzo e tre ragazze, per terra tanti manichini. Abbiamo guardato un video e poi abbiamo eseguito le manovre di rianimazione. Prima bisogna capire se la persona che si sente male ci risponde, allora scrollavamo il manichino e dicevamo “signore, signore..”, poi chiamavamo aiuto, poi dovevamo capire se la persona respirava e poi facevamo la respirazione bocca a bocca ed il massaggio cardiaco. A Luigi Zanin che è il responsabile, abbiamo chiesto perché hanno voluto dedicare un corso di rianimazione proprio a noi bambini:-“Vogliamo prepararvi a prestare soccorso. Normalmente sono corsi riservati agli adulti ma quando l’Associazione Waterpolodevelopment ci ha contatto proponendoci questa iniziativa siamo stati subito felici di aderire al progetto perché in Italia esiste una scarsa preparazione e formazione su questa tema che invece è importante e delicato. Siamo istruttori dell’Italian Resuscitation Council. Siamo molto felici per la capacità reattiva e di apprendimento di voi bambini, considerando che sono gli adulti che si spaventano di fronte ad una possibile emergenza. Usiamo manichini alla vostra portata perché possiate imparare le manovre con facilità. Ma già che ci siamo diamo insieme qualche consiglio pratico. In caso di emergenza avvisare immediatamente i soccorsi, telefonare al 118, prima arriva l’ambulanza meglio è. Già durante la telefonata riceviamo istruzioni telefoniche su quello che possiamo fare. Non possiamo pensare che i soccorsi arrivino in pochi minuti così se sappiamo cosa fare è tutto tempo guadagnato. Insomma speriamo che non succeda ma se accade siamo pronti”.

In serata riunione in una camera della squadra 2001, noi grandi abbiamo parlato della mancanza di disciplina e rispetto di alcuni di noi: ora basta, non ci piace, non è giusto. Ci siamo chiariti ed ora si va avanti anche perché comincia la fase finale del Torneo e noi vogliamo andare avanti, capito?!

Ed ora continuiamo a parlare di noi.

Siamo i gemelli Paganello. Giovanni e GianLuca nati nel 2003 e ci presentiamo.

Giovanni e gioco, attaccante-difensore, nel Bogliasco. Sono all’Haba Waba per la prima volta. Cosa mi piace? Le piscine ed i miei compagni, insomma tutto quello che c’è. Però ieri sera siamo andati a prendere il gelato nel bar della piazza, abbiamo aspettato un sacco di tempo allora vorrei dare un consiglio mettetene uno più grosso. Non è la prima volta che dormo da solo, già a Cremona per un torneo di acquagol e comunque la mamma un po’ mi manca ma mi sto divertendo lo stesso. Poi c’è mio fratello gemello, ci vogliamo bene anche se ci litighiamo un po’, tra di noi e anche con gli altri, però lui è più terribile di me. Ho cominciato a giocare perché i miei cugini Giacomo e Virginia Boero giocano nel Bogliasco. Mentre noi siamo qui Virginia giocherà per essere promossa ma io preferisco Giacomo perché è più grande e poi perché è un maschio. Lo so che anche nella mia squadra ci sono delle femmine, Dafne, Marta e Johanna, ma solo perché così abbiamo più giocatori. Tornando all’Haba Waba sono contento perché ho fatto dei bei passaggi e poi qui mi piace tutto quello che c’è”.

Gianluca portiere. Qui per la prima volta e quando me l’hanno detto ho subito pensato che bello. Pensavo ad un tipo di campeggio con delle piscine invece c’è l’albergo, i prati, gli alberi e le piscine. Quella che mi piace di più è quella dove giochiamo noi perché si tocca e perché è all’aperto. Sono tanto contento perché ho parato anche un rigore, ho pensato “lo paro, lo paro” e ce l’ho fatta. Perche sono senza voce? Perché urlo tanto sia in porta sia fuori e poi mi litigo un po’ con mio fratello ed un po’ con gli altri anche con le femmine che sono un po’ rompine. Ma sono contento perché se il prossimo anno torneremo all’Haba Waba verrà anche mia sorella, la più piccola, è un 2005 e si chiama Maddalena. Ora scusate ma devo andare a giocare e stasera sentirò la mamma al telefono così le racconto tutto quello che stiamo facendo”.

Alberto Di Donna 2001 portiere, orgoglioso di esserlo, come mio fratello. Quando ho cominciato a giocare Luigi Boldrini mi ha chiesto di provare i vari ruoli, alla fine ho visto che ero più bravo a parare e sono rimasto in questo ruolo. Mi piace tanto anche se quando incontriamo le squadre forti mi spavento un po’ ma poi penso sempre di farcela, anche se a volte sbaglio e non sempre perché gli altri sono più bravi. Comunque il segreto è stare fermi, guardare sempre la palla e poi tuffarsi. Con mio fratello parliamo spesso di pallanuoto e ci scambiamo i consigli. A volte mi sento un po’ solo in porta ma non mi arrabbio mai con loro e più facile che lo siano loro con me. Ma a loro voglio dire, ragazzi cercate di non andare tutti avanti, all’attacco, che qualcuno rimanga un po’ in difesa sennò è troppo difficile. Il mio sogno è diventare come Stefano Tempesti. Questa è la terza volta che vengo all’Haba Waba, il primo anno mi sono rimasti impressi gli scivoli, il secondo un rigore che ho parato, e quest’anno il mare perché quest’anno ce lo stiamo proprio godendo. Sono ancora più contento perché sono arrivati i miei genitori. Ma il mio più grande tifoso è mio fratello Francesco. Ed ora un messaggio a tutti i portieri del mondo: ragazzi stiamo calmi e anche quando arriva un uomo da solo ce la possiamo fare a parare”.

Alessandro Ciarniello 2001, calottina numero 7 e guai a chi me lo tocca, la prima volta mi è capitato ma ora è tutto mio. Sono arrivato alla pallanuoto perché non avevo più voglia di nuotare così ho provato e non ho più smesso. Perché? Gioco di squadra e acqua. Terza partecipazione all’Haba Waba e come è cambiato in questi anni. Il primo giocavano solo Roberto Tamburini e Filippo Giacobbe, i più forti, facevano una marea di gol, l’anno dopo ero più scarso di adesso, non capivo tanto il gioco, quest’anno gioco di più e segno anche i gol. Il più bello contro la Roma: avevo la palla, dribbling e rete. Conosco bene l’inglese allora riesco a capire cosa dicono i bambini stranieri e ogni tanto traduco ai miei compagni. Qui mi piace tutto: le partite, i giochi, la mia squadra, praticamente vacanza e impegno. La sera poi sento i miei amici a Genova e racconto tutto anche a loro. Fidanzata? Ma figurati, non ce l’ho e non la cerco nemmeno, non ne ho voglia”.

La Rari Nantes Bogliasco all’Haba Waba