Niente da fare, l’avventura ai playoff dei Predatori termina al primo turno contro i Redskins Verona, squadra tosta, ben preparata e con ottime individualità.

Che la sfida contro i Redskins non sarebbe stata una passeggiata s’era detto nella presentazione della partita, che infatti, fino a due minuti dalla fine è rimasta sul filo dell’equilibrio. Sotto di un punto con un paio di minuti da giocare i Predatori tentano il tutto per tutto e “pescano” prima un intercetto e poi un fumble, che gli ospiti non si fanno pregare a riportare in end zone. In due minuti, due turnover trasformati direttamente in altrettanti touchdown. Un finale da dimenticare. La partita è filata via liscia, seppur intensa e con difese erte a limitare ogni gioco avversario. Aprono le marcature i Predatori con Brakollari (trasformato acrobaticamente da Giacomo Ravera che, raccolto al volo il pallone respinto dalla defensive line veronese, corre in end zone per i due punti supplementari). Nel secondo periodo risponde Bonometti, la trasformazione non va a buon fine, e squadre al riposo sull’8-6 per i liguri. Nel secondo tempo Piccoli centra i pali con un field goal che porta gli ospiti avanti di un punto 9 a 8, ma Brakollari rimedia per i Predatori. Nell’ultimo quarto Mattia Cambi corre l’ultima yard per il touchdown decisivo, quello che porta i Redskins avanti di un punto (15-14) e che metterà i Predatori in condizione di dover tentare il tutto per tutto con poco più di due minuti da giocare. Situazione che ha esposto gli “arancioni” a correre dei rischi, e i veronesi ringraziano: prima Marinelli riporta in end zone un intercetto su Biasotti dopo una corsa di 30 yards, poi, al secondo possesso arancione successivo, un fumble di Spiaggi, placcato all’unisono da due veronesi, viene riportato in end zone da Favero, che si “sgroppa” 50 yards. I due minuti più devastanti della storia dei Predatori.

Alla fine non solo ha vinto la squadra che ha fatto meno errori, ma anche quella che ha saputo capitalizzare al meglio quelli avversari. Per  i Predatori un paio di settimane di meritato riposo prima della ripresa dell’attività con il settore giovanile.

Sergio Brunetti