C’era un clima surreale al Vigorelli o forse potremmo dire allo Stadio Joe Avezzano, come i dirigenti dei Seamen vorrebbero ribattezzarlo, per la prima uscita di EFAF Cup della squadra che da due giorni è stata affidata a Paolo Mutti. La presenza di Joe, a 48 ore dalla sua improvvisa scomparsa, è ancora vivida sul tartan di via Arona come il dolore immenso nel cuore di chi l’ha conosciuto e ne ha apprezzato le doti di tecnico e di uomo. Risulta così quasi impossibile commentare il debutto europeo dei Seamen contro la corazzata Braunschweig Lions, solo per le statistiche citiamo il punteggio finale di 0 a 56 per i tedeschi, che avrebbe dovuto rappresentare una festa di football e di sport, con tanto di marching band ad allietare gli spettatori e che invece si è trasformata nella gara più triste della storia dei marinai, caratterizzata, quasi le condizioni climatiche fossero in sintonia con gli umori dei protagonisti, da scrosci di pioggia e da fulmini che hanno provocato la momentanea sospensione dell’incontro. Rimaneggiato dalle tante assenze e con l’angoscia nell’anima il team blue navy non è mai entrato in partita concedendo un agevole successo ad una squadra di un altro pianeta, tecnicamente parlando, che ha dovuto suo malgrado, tutta la nostra riconoscenza per la signorilità dimostrata dai dirigenti, scendere in campo per confrontarsi con una formazione che aveva la mente altrove. Non ricorderà con piacere il suo esordio neppure Alexis Magallanes, solido e possente runner messicano, che ha dimostrato sprazzi di classe e di buon gioco nel contesto meno opportuno per un debutto. Alle squadre va il merito di aver onorato con sportività un impegno nel quale i Lions hanno condotto dal primo all’ultimo secondo mettendo a segno, con disarmante regolarità, otto touchdown. Ora i marinai sono attesi da una settimana di lavoro nel quale l’imperativo, come per il resto della stagione, sarà onorare Joe Avezzano mettendo in opera i suoi insegnamenti fatti di schemi, di preparazione atletica e di carica umana, quella che purtroppo mancherà più di ogni altra cosa. A Paolo Mutti, suo braccio destro e uomo avvezzo alle grandi sfide, l’onere di proseguire un progetto che riporti i Seamen ai vertici del football italiano per il loro grande passato e per celebrare al meglio il ricordo di colui che ricorderemo sempre come il nostro “special one”.