Il tecnico bianconero, alla sua prima stagione da allenatore in Italia, fa subito centro e porta Perugia in A1. “È una enorme soddisfazione. Devo fare davvero i complimenti ai miei ragazzi perché non hanno mollato. È un gruppo fantastico di veri campioni che si sono sacrificati, non si sono mai tirati indietro, hanno sempre creduto nel loro allenatore. Il prossimo anno? La mia idea sarebbe quella di allenare la Sir in A1… Dedico la promozione alla mia famiglia”. –

PERUGIA ­– C’è chi la vittoria ce l’ha nel destino e nei cromosomi. Nello sport, e in questo caso nella pallavolo, tantissimi sono quelli che inseguono per tutta la carriera i loro sogni, ma pochi fortunati sono quelli che li realizzano. A Perugia allena uno di questi. È arrivato dalla Serbia, dopo aver vinto tantissimo come grande giocatore (a casa, tra le tante, ha la medaglia d’oro olimpica che illumina il soggiorno, ndr), in punta di piedi, nonostante in patria avesse già conquistato alla guida tecnica del Radnicki due titoli nazionali e partecipato alla Champions League. E al primo anno come allenatore in Italia ha fatto subito centro, portando la Sir Safety Perugia nell’olimpo del volley che si chiama serie A1. Lo ha fatto costruendo il suo capolavoro giorno dopo giorno tra le mura del Pala Evangelisti, forgiando un gruppo di splendidi giocatori in una macchina perfetta, che nei pronostici di inizio stagione non era la più forte, ma che certamente è stata la più brava. Lo ha fatto insieme a tutto il suo staff che lui, sempre dopo ognuna delle tantissime vittorie, ha ringraziato per il prezioso lavoro oscuro. Lo ha fatto anche domenica a Corigliano, mettendo in campo una squadra che definire affamata di gloria è perfino riduttivo. Chapeau, caro Slobodan Kovac, perché è di te che stiamo parlando. Anche se ormai per tutti qui a Perugia sei il “nostro” Boban. E se è vero che in campo vanno poi i giocatori, una fetta di questa meravigliosa promozione è tutta la tua!

“È una enorme soddisfazione, è decisamente riduttivo dire che sono contento di questo bellissimo risultato in cui credevano in pochi. Adesso che è finita, adesso che la matematica ci premia, posso dire che nessuno ci dava credito inizialmente. Non per vincere, ma anche per essere una delle protagoniste. Per questo la soddisfazione è ancora maggiore. Ho sofferto a dover rimanere seduto in panchina durante le partite, ma Carmine (Fontana, ndr) è stato bravissimo e la stagione è stata meravigliosa”.

Una promozione costruita mattone dopo mattone.

“Sicuramente. Dall’inizio abbiamo lavorato molto duro. Ricordo anche che i ragazzi, dopo un paio di settimane, mi dicevano che si lavorava tanto e con un ritmo alto. Ma io sono molto testardo e deciso nelle cose che faccio. Devo fare davvero i complimenti ai miei giocatori perché non hanno mollato mai e questo duro lavoro ha dato in campo i frutti che avete visto. E adesso è solo grande gioia”.

Chi ha visto giocare Perugia e ricorda, nonostante Boban sia ancora giovane, il Kovac giocatore, avrà certamente notato parecchie affinità tra la squadra e il suo allenatore.

“Ho sempre cercato di trasmettere la mia voglia di vincere e sono d’accordo sul fatto che la squadra mi rispecchia in questo. È un gruppo fantastico di veri campioni che si sono sacrificati, non si sono mai tirati indietro, hanno sempre creduto nel loro allenatore. Alla fine non vedevano l’ora di poter fare qualche scherzosa battuta sul mio lavoro e sui miei metodi. Ti assicuro che per un allenatore è una delle cose più gratificanti”.

La colonia serba, che conta anche di capitan Vujevic e di “Drago” Petric, quest’anno a Perugia ha fatto faville. Ma tante altre sono state le mosse vincenti di Kovac.

“Noi serbi nello sport sono anni che abbiamo grande tradizione e grandi risultati. Di Vujevic c’è poco da dire… Siamo stati compagni per tanti anni di nazionale e di camera nei ritiri e se sono venuto qua a Perugia in parte è anche grazie a lui. Conosceva benissimo la mia mentalità. Poi lui è un grandissimo giocatore, un campione che si è calato in serie A2, una categoria che non gli appartiene, con grandissima umiltà e che è stato la nostra guida in campo. Quanto a Petric, è un giovane molto interessante. Lo conoscevo, sapevo che poteva fare al caso nostro e ci abbiamo puntato. Ma devo dire che tutti i ragazzi che sono venuti li abbiamo scelti insieme al presidente Sirci e a Bino Rizzuto, creando una squadra che alla fine è stata vincente. Sono stati tutti meravigliosi, ma due parole le voglio spendere per la nostra coppia di palleggiatori. Nicola Daldello ha fatto la differenza, Luca Bucaioni pure ha fatto cose grandissime, dimostrandosi una persona eccezionale, lavorando per la squadra e dandoci una mano enorme. E pensare che si diceva che non fossero all’altezza… Ma dopotutto anche io dovevo saltare per primo e invece sono qui da vincente”.

Il tecnico bianconero, colui che ha riportato Perugia in A1, è già diventato un idolo per i tifosi bianconeri. Non c’è bisogno di aggiungere che tutti lo vogliono il prossimo anno sulla panchina bianconera per la prima, storica, stagione della Sir nella massima serie.

“Si è creato un gruppo di lavoro perfetto, che può solo essere migliorato. Io come allenatore sono giovane al pari della società. L’intenzione è di andare avanti e crescere, perché sia io che la società siamo ambiziosi. Ovviamente dobbiamo ancora parlare insieme e si vedrà, ma sono contento qui a Perugia, è stato un anno meraviglioso non solo come risultati. Al presidente Sirci devo dire solo grazie perché se non mi dava questa possibilità non ero in Italia ad allenare e poi non mi ha mai creato il minimo problema per il fatto che non potevo figurare la domenica come primo allenatore. Insomma, la mia idea sarebbe di poter allenare Perugia anche in A1…”.

Il tempo dirà, anche se è certo che il lavoro e la qualità di Boban sono sotto gli occhi di tutti. La chiusura, banale quanto si voglia, è la sua dedica speciale per una stagione fantastica.

“Chiaramente le dediche sono per tutti quelli che si sono adoperati per raggiungere questa promozione. Ma la dedica speciale va alla mia famiglia, a mia moglie Tanya ed a mio figlio Davide di dodici anni, di cui sentirete parlare tra qualche anno nella pallavolo, ve lo assicuro. La dedico a loro perché naturalmente si soffre un po’ a stare lontani, ma io li ho sempre sentiti vicini. E poi, quando sono venuti a trovarmi, non abbiamo mai perso!”.

Grazie di averci regalato questo sogno, Boban!

UFFICIO STAMPA SIR SAFETY UMBRIA VOLLEY PERUGIA