Raccontare il derby emiliano – romagnolo fra Imola e Piacenza non è affar semplice, e il motivo è presto spiegato: l’adrenalina accumulata in quaranta minuti di gara regolare più cinque di overtime rimane ancora più viva che mai, rendendo cosi difficile il compito di trovare le parole adatte per rivivere le emozioni di una serata infinita e memorabile.

Partiamo allora da ciò che si sa di per certo: la Morpho Basket ha vinto, ha strappato due punti d’oro dalle mani degli avversari e lo ha fatto nel modo più pazzesco possibile. Impensabile immaginarsi finale di gara più esaltante di quello visto al PalaCattani: nuovamente la realtà supera la fantasia. Passiamo alla seconda sicurezza: le partite di basket si possono decidere anche quando sul cronometro manca un solo secondo da giocare. Chiedere ad Alan Voskuil per sapere cosa ha provato nel momento in cui si è ritrovato sulla linea della carità, con la sua squadra sotto di due e con l’obbligo di realizzare entrambi i liberi per allungare l’incontro al supplementare. Visto da fuori, dalle tribune (col fiato sospeso), è parso glaciale, sicuro, certo che con i suoi liberi avrebbe fissato le sorti della sfida. Il numero 20 biancorosso realizza entrambi i tiri, a Piacenza vengono concessi altri 5 minuti per raddrizzare e portare a casa una partita che l’aveva sempre (o quasi) vista in svantaggio. Missione da “gladiatori” del pallone, ma d’altra parte le maglie da gioco della Morpho ricordano proprio questa vocazione: sul parquet, a turno, Voskuil (26p, 44% da tre, 8/10 ai liberi), Harrison (10p, 8 rimbalzi) e Passera (11p, 3/4 da due, 20 val.) costruiscono a furia di triple e liberi il castello del trionfo, ormai inespugnabile, nonostante i ripetuti tentativi dei mai domi ragazzi di Fucà, guidati in primis dal funambolico Whiting. Proprio la stella dell’Aget, prima del decisivo overtime, aveva spedito (momentaneamente) all’Inferno i 12 del Presidente Rispoli con l’ennesima “acrobazia” della serata: penetrazione a canestro sul 64 pari a 4 secondi dalla sirena dell’ultimo quarto, con l’Andrea Costa tutta in campo per festeggiare un trionfo sicuro che è li, a pochi istanti, ad una sola difesa sull’assalto finale degli avversari. Quattro secondi che però nella pallacanestro sono un’eternità, quattro secondi che possono compromettere un’intera gara e fare tornare fantasmi ormai lontani, soprattutto se vai a commettere il fallo che nessuno si aspetta. E’ il caso dell’intervento di Kotti su Voskuil, a terra con la palla e assolutamente “innocuo”: le immagini della sfida, da quel momento in poi, sono già entrate nella mente (e nel cuore) di tutti i tifosi piacentini.

Non dormirà sonni tranquilli la formazione di casa, la beffa proprio sul finale di gara va a cancellare quanto di buono fatto fino a quel punto, basti dire che il primo vantaggio della serata di Passera e Co. è arrivato a 4 minuti dalla chiusura dell’incontro. Prima di allora, sul parquet lo “zoccolo duro” di Imola, ovvero Whiting (13p, 9 rimbalzi), Patricio (14p, 5/6 ai liberi) e Bruttini (13p, 6/7 da due), aveva fatto gli “straordinari” per piegare la resistenza ospite, arrivando anche a scavare un gap di 12 lunghezze dagli avversari. Gran parte del vantaggio, i padroni di casa se lo erano guadagnato dominando a rimbalzo (38 a 28) ma, si sa, ci sono molti altri fattori che possono decidere una partita, fattori che non sempre sono riportati sul foglio statistiche. Uno di questi è certamente il cuore, che la Morpho ha confermato di avere più pulsante che mai!

Fabio Corbani, timoniere biancorosso, in sala stampa si gode il successo e dispensa elogi ai suoi ragazzi: “E’ stata una partita molto particolare per la posta in gioco, tuttavia penso sia stata ricca di contenuti tecnici più che discreti. Il risultato finale è stato deciso da episodi, Imola avrebbe meritato di vincere, ma noi certamente non abbiamo demeritato: entrambe le squadre si sono affrontate senza timori e attaccando con coraggio. Sono davvero felice per i miei giocatori, abbiamo passato un periodo difficile dove non sono arrivate vittorie, però il gruppo non ha mai smesso di lavorare con attenzione in palestra: si merita questo trionfo”. E addentrandosi nei dettagli tecnico-tattici del match, coach Corbani spiega l’importanza di aver tenuto botta negli uno contro uno. “Imola in quella situazione di gioco è fortissima, noi l’abbiamo arginata e ciò ci ha concesso di restare sempre in partita. All’inizio abbiamo subito al rimbalzo, lo stesso Anderson, che di solito è il nostro miglior rimbalzista, ha fatto fatica, però poi il contributo dato dai “piccoli” come Passera e Harrison ci ha fatto rientrare nelle statistiche e nell’incontro”. Una partita dai tanti temi tattici, però alla fine la differenza l’ha fatta il carattere. “Soprattutto negli ultimi cinque minuti, la personalità si è rivelata determinante. A questo punto tutte le squadre si conoscono bene, benissimo, devono venire fuori altre caratteristiche per portare a casa i successi, proprio come accaduto stasera!”. Fra due settimane sotto con la Conad Bologna: ci sarà bisogno di tutto il supporto del PalaBanca. “Ci attende un incontro complicato, dobbiamo tenere la condizione psico-fisica che abbiamo ora e provarci di nuovo. I miei ragazzi meritano il pubblico delle grandi occasioni, dobbiamo vincere in casa per riaccendere il sogno playoff. Se ci riuscissimo, sarebbe meraviglioso!”.

AGET SERVICE IMOLA – MORPHO BASKET PIACENZA: 77-81

(20-14, 18-17, 15-16, 13-19, 11-15)

IMOLA: Riga, Cournooh 5, Turel, Masoni 5, Kotti 10, Prato 14, Whiting 13, Bruttini 13, Foiera 5, Dupree 12. All. Fucà

PIACENZA: Casella, Infante 11, Harrison 10, Passera 11, Perego 4, De Nicolao, Simoncelli, Stecconi, Varrone, Voskuil 26, Anderson 15, Amoroso 4. All. Corbani

Ufficio Stampa MORPHO BASKET

Davide Rancati