Ancona – Alla Gran Fondo del Conero Cinelli, in programma domenica ad Ancona partiranno tutti. “La nostra storia è legata alla Federazione Ciclistica Italiana, nel rispetto del regolamento sportivo federale sono cresciuti centinaia di ciclisti, tra cui il professionista Simone Stortoni, abbiamo organizzato diverse manifestazioni di caratura nazionale, tra cui la Gran Fondo del Conero Cinelli, sempre sotto l’egida della FCI.

Quest’anno abbiamo dovuto subire anche la concomitanza di una prova del Prestigio che si svolge a poco più di cento chilometri da Ancona – afferma Lino Secchi vice presidente del Pedale Chiaravallese e coordinatore del comitato organizzatore della Gran Fondo Conero Cinelli – ma oggi non possiamo accettare l’imposizione di escludere dalla nostra manifestazione i ciclisti tesserati dall’Udace, dopo che Acsi non si è assunto l’univoca rappresentanza, secondo quanto stabilito da Coni. Senza falsa modestia, avendo rivestito per alcune stagioni il ruolo di vice presidente nazionale della Federciclismo ho contribuito anche io a scrivere e attuare le regole. Ma non è possibile imporre ad una o più società, che hanno iniziato ad organizzare la loro prova un anno prima di vietare la partecipazione alla manifestazione dei ciclisti tesserati da Udace”. Lino Secchi è un fiume in piena: “Noi non mettiamo in dubbio la legittimità del documento della Consulta Nazionale del Ciclismo e le ragioni che hanno portato Federciclismo ed Enti a tale forzatura, ma sottolinea ancora una volta non possiamo accettare questa imposizione a cinque giorni dalla data di svolgimento della nostra manifestazione. Se qualcuno non ha fatto il suo lavoro nell’opera di controllo e monitoraggio dei vari enti della consulta e Federazione Ciclistica Italiana, le colpe ricadano direttamente su queste persone, non sugli organizzatori delle varie manifestazioni, ne tantomeno i ciclisti. In questo caso – continua Secchi – anche i ciclisti sono parte lesa, in quanto non possono pagare eventuali errori commessi dai loro dirigenti nazionali. Noi andiamo avanti per la strada tracciata già al termine della scorsa edizione della Gran Fondo del Conero Cinelli, l’evento dorico è ormai entrato a far parte della storia, cultura e tradizione di tutti i ciclisti senza alcuna distinzione e restiamo convinti che a nulla servono le imposizioni, ma se veramente si cerca il bene del ciclismo gli unici strumenti da utilizzare sono il confronto e dialogo”