Approfittando della pausa del campionato
il D.G. biancoverde fa il punto della situazione attuale in casa MENS SANA CAMPOBASSO

Ancora una domenica senza basket di DNB. Questa volta la sosta è prevista dal calendario come turno di riposo per i biancoverdi (il girone è a 17 squadre) che , sempre neve e ghiaccio permettendo, ritorneranno ufficialmente sul parquet il prossimo giovedì 16 febbraio, per ospitare il Martina Franca nel turno infresettimanale. A distanza di pochi giorni seguiranno la trasferta al PalaSojourner di Rieti, il recupero di giovedì 23 contro Bernalda e due turni casalinghi consecutivi contro Roseto e Bisceglie.
Giorni scanditi da allenamenti per gli atleti e utili per approfondite riflessioni per la dirigenza .
Ne abbiamo approfittato per parlare a tutto tondo con il DG Umberto Anzini.
–    E’ vero che a breve c’è un’altra scadenza federale da onorare?
Si il 22 di febbraio scade il termine per il pagamento della seconda rata a saldo nei confronti della Federazione Pallacanestro.
–    A poco più di due mesi di distanza da quella scadenza che mise in serio dubbio la prosecuzione del campionato c’è un’altra gabella. Ma non si finisce mai con questi pagamenti
La somma è minore rispetto a quella versata per i cosiddetti Premi NAS ( o di incentivazione) ma è comunque importante. Tutte somme preventivate, ovviamente, non siamo degli sprovveduti ma il momento di crisi che stiamo vivendo stà facendo venire meno sempre di più gli aiuti promessi.
–    Solo da parte di aziende?


Viviamo in una regione molto piccola dove il tessuto imprenditoriale disponibile ad investire nello sport ha richieste di intervento da tutte le parti. Stiamo facendo letteralmente i salti mortali per andare avanti.
–    E aiuti da parte delle istituzioni?
Purtroppo solo promesse. A Novembre quando mettemmo la società nelle mani dell’Amministrazione Comunale eravamo in pieno periodo elettorale. Tante promesse, tante rassicurazioni del tipo ‘ mi interesso io’ ecc. ma alla fine pur di  scongiurare la fine di una realtà che può considerarsi un patrimonio e un vanto per il capoluogo di regione e non solo, se non fosse stato per soci e dirigenti che compirono un miracolo nelle ultime ore disponibili la nostra avventura sportiva sarebbe già finita.
–    Quindi da allora di aiuti e di sostegni neanche l’ombra , giusto?
Tanti riconoscimenti per l’organizzazione messa in campo, la competenza e la tenacia con cui continuiamo ad andare avanti ma per il resto solo e soltanto promesse. Niente altro. Così abbiamo dovuto rimboccarci le maniche ed andare avanti cercando di fare economie con enormi sacrifici.
–    Del tipo?
Iniziando dal taglio del roster . Per alleggerire il bilancio non ci restava che lasciare ‘liberi’ dei giocatori. Per questo abbiamo fatto scelte dolorose rescindendo consensualmente con i fratelli Stijepovic ed il lungo Gjinaj pur di proseguire.
–    Ma sono state fatte anche delle scelte vituose come quella di puntare sui giovani.
Si. Diciamo che abbiamo solo anticipato l’inserimento dei nostri giovani del  settore giovanile nella prima squadra, per i quali era prevista una integrazione meno traumatica. Riconosco che questa scelta che all’inizio creava anche a noi delle perplessità si è rivelata subito azzeccata e motivo di grande orgoglio perché i ragazzi hanno risposto con entusiasmo dimostrando di avere tanta voglia di crescere e di sfruttare appieno questa opportunità di fare esperienza in un campionato di serie B. Partita dopo partita si sono lasciati alle spalle le normali esitazioni degli esordienti, acquisendo tranquillità e sicurezza, integrandosi sempre più nel sistema di gioco di squadra e nelle difficoltà della categoria.
–    Una scelta, quella di puntare sui giovani che a volte viene sminuita e considerata come un rimedio mortificante. Perché?
Si è vero ed è una cosa che dà molto fastidio. Noi facciamo da sempre attività giovanile e puntiamo da sempre sui giovani. Sicuramente siamo stati costretti a lanciare nella mischia ragazzi di Campobasso che forse avevano bisogno di maturare con più tranquillità ed è chiaro che i risultati non possono essere immediati anche se domenica dopo domenica i progressi sono sempre più lampanti e incoraggianti. Si fa un gran parlare di giovani e del bisogno di investire su di loro per il bene della pallacanestro e dello sport. In tanti “si riempiono la bocca”, poi quando capita l’occasione nessuno riconosce il giusto merito a chi come noi fa attività di base da oltre 25 anni. Non è possibile che le stesse persone che ormai parlano solo di basket giovanile siano i primi che di fronte ad una onorevole e dignitosa sconfitta denigrano i ragazzi e chi dà loro queste opportunità.  Come si fa a spiegare alcuni titoli pubblicati come : ‘disfatta’, ‘naufragio’, ‘sfascio’, ‘baby squadra’ a questi giovani che sono disposti a fare sacrifici in nome della loro passione sportiva e vengono ricambiati con questa moneta?. Sembra assurdo ma purtroppo questa è la realtà!
–    Forse  a voler essere obiettivi qualche revisione in tema di politica di sviluppo dell’attività giovanile deve essere fatta.
Certo che bisogna farla e anche presto e con l’aiuto di tutti. Occorre che tutto il nostro movimento si svegli. Noi abbiamo come Mens Sana Campobasso un movimento di base promettente. Tutti i pomeriggi li passiamo seguendo i ragazzi, dal minibasket all’under 19. Fino a quando si giocano campionati regionali va tutto bene.  Quando poi le nostre squadre e le rappresentative molisane si confrontano con le altre realtà avviene il dramma. L’ultimo in ordine di tempo lo spareggio tra la Sicilia ed il Molise per il trofeo delle Regioni under 17. Il punteggio di 137-20 per la Sicilia è la chiara testimonianza che nonostante l’impegno di allenatori qualificati, società che investono sui giovani, le nostre selezioni avvengono su numeri ridotti e i risultati che restano nella memoria collettiva sono questi. Così per cercare di cambiare marcia  abbiamo deciso da tempo di aprire ancora di più il nostro settore giovanile all’esterno, favorendo confronti frequenti con i settori delle altre squadre di DNB, partecipazione a tornei di categorie e camp estivi. Purtroppo questo non è visto di buon occhio ma è l’unico modo per evitare di fare figure magre prima di tutto nei confronti dei ragazzi che non meritano di subire queste mortificazioni.
–    E quindi che fare?
Innanzitutto noi continueremo a fare quello che facciamo da tempo, cioè lavorare con impegno in palestra per avviare e insegnare il basket ai ragazzi, anche a costo di sembrare fuori dal coro per la sola colpa di dire quello che si pensa. Continueremo a farlo spinti dagli stimoli che ci vengono innanzitutto dai tanti ragazzi che, come ho detto, vengono in palestra e dimostrano di amare questo sport e di volerlo vivere insieme, cercando di confrontarci il più possibile al di fuori dei confini regionali. Dal confronto si migliora sempre e poi il lavoro fatto seriamente e con passione alla fine paga. 
–    Torniamo alla prima squadra e alla data del 22 febbraio. Che futuro prevedi ?
Al momento difficile. Molto difficile. La Dott.ssa Franzese in queste ore ha di nuovo comunicato l’intenzione di voler salvare questa bella realtà per Campobasso, dichiarandosi disponibile ad ogni possibile accordo con chi volesse realmente dare un contributo pur di allontanare il baratro del ritiro del campionato. Mi piace ricordare che grazie alla Dott.ssa Franzese che, tra l’altro, è anche Presidente del Polo Fieristico di Campobasso, da grande sportiva ed appassionata di basket, ha garantito il ritorno di Campobasso nel basket che conta dopo anni di vacche magre. Sono quattro anni che la Mens Sana Campobasso raggiunge traguardi che hanno dato lustro allo sport di questa città. Mi piace ricordare con grande soddisfazione il 5° posto e le final eight di Coppa Italia conquistate al nostro primo campionato di serie B.
–    A proposito di Polo Fieristico. In queste settimane si è parlato molto del Palazzetto e di tutta l’Area di Selva Piana trattata quasi come merce di scambio per il salvataggio della squadra di calcio cittadina. Quel Palazzetto è ancora inutilizzato e la massima espressione cestistica dell’intera regione continua a giocare nel PalaVazzieri per il quale non vale sprecare alcun aggettivo. Eppure ad inizio stagione la prospettiva sembrava diversa: finalmente una sola società e un Palazzetto degno di questo nome. Legittimi sogni di mezz’estate..?
E tali sono rimasti anche se tutto lasciava presagire ad una situazione ben diversa.. Tanti incontri con imprenditori e dirigenti dell’altra società di Campobasso per arrivare a creare una società unica e possibilmente solida per eliminare una volta per tutte il paradosso di avere due squadre nel campionato di serie B.
Tutto  svanito! Tante idee, tanto entusiasmo, tanti propositi ma alla fine a portare avanti tutto l’onere e le difficoltà di un’attività così impegnativa ed economicamente, possiamo dire, proibitiva, pochi audaci dirigenti e caparbi appassionati.
Sempre ad inizio stagione chiedemmo ufficialmente che ci venisse assegnato il Palazzetto di Selvapiana senza alcun secondo fine: solo quello disputare allenamenti e partite di basket! Dichiarando anche di essere pronti ad accollarci le spese necessarie per fare fronte agli adeguamenti richiesti per ottenere l’omologazione federale. Non ricevemmo alcun cenno di risposta dall’Amministrazione Comunale. Così dovemmo ripiegare ancora una volta sul Vazzieri che continua a fare da vetrina più che scadente alla città di Campobasso. La nostra squadra e lo ripeto ancora una volta oltre a giocare in 8 diverse regioni di Italia, si trova a disputare le partite in trasferta in impianti da massima serie, con capienze di oltre 3000 posti , considerati come fiore all’occhiello dalle rispettive comunità locali come Reggio Calabria, Agrigento, Roseto, Rieti, Pescara solo per citarne qualcuna.  Adesso si sente parlare di cordate e di imprenditori disposti a rilevare titoli sportivi, ad accollarsi le spese per la gestione di tutte le strutture sportive e per dare vita ad una vera “cittadella dello sport”. Fa un po’ strano il fatto che alcuni di questi imprenditori siano gli stessi  che nella passata stagione si sono impegnati e non poco nel basket poi fallito dopo una sola stagione. Sempre  gli stessi che intorno ad un tavolo in tantissime occasioni hanno insistito sulla necessità di fare squadra per creare un’ unica società. Gli stessi che ancora oggi sostengono che sport è sinonimo di vivere civile. Mah,  chissà, spero che oltre ad essere ‘serie intenzioni’ diventino anche realtà concrete.  Lo dico per il bene dello sport.
–    E la stampa che aiuto può dare?
La stampa locale ha un ruolo molto importante a volte oscurato da puri interessi aziendali.  Dispiace e lo dico anche a nome dei tanti sportivi, non avere la possibilità di leggere o di ricevere notizie televisive sulla Mens Sana e sul campionato di DNB a solo danno del diritto di cronaca. Giustissime, per carità, le ragioni economiche che impongono queste scelte editoriali ma così si finisce per veicolare informazioni distorte e lesive di chi sta rappresentando città e regione in un campionato nazionale.
–    Ad esempio?
Una per tutte l’eccessiva attenzione che si finisce per dare, non avendo di meglio da proporre, alle categorie regionali minori a volte appena più che amatoriali. Non voglio offendere nessuno ma credo che ospitare Reggio Calabria, Rieti o Roseto e le rispettive tifoserie come facciamo noi sia leggermente diverso.
–    A chi sostiene che in queste sfide tutte regionali ci siano più spettatori che sugli spalti del Vazzieri quando gioca la Mens Sana CB lo fa per invidia o semplicemente è il riflesso del reale interesse del pubblico locale verso il basket?
Non lo so. Forse un po’ dell’una e un po’ dell’altro. Ecco perché il ruolo della stampa è importante per riposizionare, aldilà dei risultati e della classifica attuali, ogni cosa al proprio posto rispettando almeno il diritto di cronaca. Bisogna creare entusiasmo soprattutto tra i giovani. Avere una prima squadra in un campionato importante ha una grande funzione di traino e di stimolo indispensabile per stimolare la passione dei ragazzi e per favorire la pratica dello sport. O sbaglio?
–    In conclusione per il bene della Mens Sana Campobasso c’è un messaggio che intendi rivolgere e a chi?
Per il bene della Mens Sana Campobasso, per il rispetto di tutto quello che con sudore e sacrificio abbiamo costruito e per scongiurare la fine completa del basket cittadino mi rivolgo per l’ennesima volta a tutto il tessuto economico, agli imprenditori e ai responsabili delle amministrazioni locali che abbiano intenzione di interessarsi al basket. La Mens Sana Campobasso è di tutti coloro che volessero seriamente interessarsi, gratuitamente, senza esborsi di grandi somme se non per la gestione normale che consenta di garantire tutti gli oneri previsti per portare a termine con dignità questo campionato cercando, innanzitutto, di salvare la categoria. Infine, lo ribadisco, siamo sempre più convinti che Campobasso debba avere una sola società, indispensabile non solo per poter proseguire in campionati nazionali ma anche per poter programmare meglio l’attività giovanile, altrimenti si rischia solo di disperdere inutilmente risorse.

Campobasso 10 febbraio 2012
Maurizio Casaletto
Ufficio Stampa
ASD MENS SANA CAMPOBASSO