A volte i sogni diventano realtà. Lo sa bene Alberto Causin il quale non ha mai nascosto che il suo sogno era portare l’Umana Reyer in serie A e poter giocare di nuovo nella massima serie con la maglia orogranata. Domenica è arrivato anche il suo primo canestro. Una tripla alla “sua maniera” accolta dal boato di 4300 tifosi che hanno voluto tributare il giusto omaggio al co-capitano per sottolineare che quel canestro non era come tutti gli altri. Per Causin, nato e cresciuto con i colori orogranata addosso, l’ennesima grande emozione e l’ennesimo sigillo che lo fa entrare nella storia della Reyer dopo aver superato quest’anno per presenze icone reyerine come Dalipagic e Radovanovic.

 

“Quando sono in campo sono concentrato su quello che faccio – rivela il co-capitano Alberto Causin – però il boato per quel canestro l’ho sentito eccome. Mi ha fatto piacere come mi aveva fatto piacere la prima volta che sono entrato in campo. Tutti sanno quanto ci tengo a giocare con questa maglia perchè è la stessa passione che hanno tutti i nostri tifosi. Per questa condivisione ringrazio tutti. Come ringrazio i miei compagni  i quali mi hanno detto che sapevamo che questa volta avresti segnato. Marco Allegretti mi ha confidato che se lo sentiva quando ho messo piede in campo, Szymon Szewczyk che lo aveva capito quando mi ha passato la palla. Poi vedere che anche quelli in panchina sono saltati in campo per il mio canestro è la riprova che questo è un gruppo davvero speciale di ragazzi eccezionali”.

Di più cosa si può volere? “Quando ce ne sarà bisogno il coach sa che può contare su di me se lo riterrà opportuno. Questo per me è importante e per questo mi sto allenando intensamente. Se poi ce ne sarà l’opportunità non mi tirerò indietro quando ci sarà da prendersi responsabilità anche pesanti”.

Ti aspettavi una partenza così dell’Umana Reyer? “Già l’anno scorso abbiamo parlato spesso della differenza tra le due categorie e ipotizzavamo che forse con qualche squadra di serie A avremmo potuto giocarcela. Quest’anno ci siamo ulteriormente  rinforzati e aver iniziato con Siena e Cantù ci è servito. Anzi rimane anche un pò il rammarico per il finale contro la Bennet. Bisogna essere sempre concentrati e tosti per 40 minuti, così come abbiamo fatto contro Teramo: era veramente importante vincere perchè è una squadra della nostra fascia”.

Per uno come te che è venuto dal settore giovanile orogranata che effetto fa rivedere tanti giovani alle partite della Reyer?  “Mi rivedo moltissimo in loro – chiude Causin – ricordo quando da casa mia a Spinea prendevo l’autobus la domenica per andare al palasport Arsenale. Tutti noi del settore giovanile provenienti da Venezia e Mestre ci trovavamo in un determinato posto per andare tutti assieme a fare il tifo per la prima squadra assieme ai nostri genitori. Una cosa che in famiglia mia è ancora così visto che i miei genitori ancora non se ne perdono una. E’ una grandissima gioia vedere che questo accade di nuovo, perchè i giovani sono il nostro futuro. Il ringraziamento per aver ricreato questa cosa va sicuramente al Presidente che ha dato vita ad  un progetto che a prescindere dalla nostra categoria, coinvolge un numero grandissimo di persone e famiglie”.