Catapultati da un giorno all’altro dalla Legadue alla serie A. Gli atleti orogranata dovranno prepararsi velocemente al grande salto. Un cambio sotto molti punti di vista ma che dovrà essere agevolato dalla mentalità acquisita l’anno scorso dal gruppo dell’Umana Reyer. Cosa cambi tra le due categorie lo spiega Tamar Slay che nella massima serie ci ha giocato con le maglie di Capo d’Orlando e Avellino.

 “Dalla Legadue alla serie A cambiano molte cose – spiega – certo non sarà facile passare da affrontare un determinato campionato a doversi preparare in sole due settimane ad affrontare la categoria superiore. Ciascuno di noi sarà chiamato a fare qualcosa di diverso e probabilmente anche a giocare in posizioni leggermente diverse. Ma è una sfida e tutti noi siamo stimolati da questo. Sono quindi “felici problemi”, come diciamo noi americani”.

In base alla tua esperienza, tu che le hai giocate entrambe, quali sono le principali differenze a livello tecnico tra serie A e Legadue? “Ovviamente la serie A è molto più competitiva e ci giocano tanti team di altissimo livello. Stiamo parlando non a caso della prima categoria italiana. Direi che rispetto alla Legadue, oltre alla maggior fisicità, la differenza più grande sta nella profondità dei roster”.

Mentalmente cosa cambia nell’essere passati dal preparare una stagione di vertice in Legadue a lottare per salvarsi in serie A? “Noi dovremo giocare sempre al massimo, con il coltello tra i denti e metterci tutta la nostra determinazione. Non dovremo mai pensare che ci sono partite al di fuori della nostra portata perché tutto può sempre succedere. Dovremo perciò preparare ogni partita al massimo, credendoci sempre”.

Capitolo Palasport: il fatto di essere costretti a giocare almeno i primi mesi le partite casalinghe in altro impianto quanto potrebbe penalizzare la squadra? “Sarà ovviamente differente dover giocare le prime partite casalinghe altrove. Non è la stessa cosa che giocare nel palasport dove ci si allena tutti i giorni. Ma non ci sono scuse: i canestri ed il pallone sono uguali ovunque, e sono questi i ferri del nostro mestiere”.

Ufficio Stampa