Ha lottato contro i postumi della caduta, contro i guai intestinali e contro la planimetria di un’ultima tappa che, certo, non si addiceva alle sue caratteristiche. Ci ha provato con le gambe e con il cuore Joaquim Rodriguez a portare a casa la maglia verde di leader della classifica a punti, ma sul traguardo di Madrid, il capitano della Katusha si è dovuto arrendere.

 
E’ l’epilogo, in fondo un po’ crudele, di questa Vuelta di Spagna che oggi, con la ventunesima tappa, disegnata sul circuito madrileno del Jarama, celebrava il suo gran finale. Per molti doveva essere – ed è stata – una passerella per i fotografi, per “Purito” invece la tappa era lo snodo cruciale della sua lunga sfida per la maglia verde con l’olandese Bauke Mollema. Malgrado le condizioni fisiche precarie, in una giornata consacrata ai velocisti (successo di Sagan su Bennati e Petacchi), Rodriguez ha affrontato con coraggio lo sprint finale, ma è stato sopravanzato di qualche metro dal corridore della Rabobank che, dunque, gli ha soffiato in extremis (122 a 115) la leadership della graduatoria a punti.
Per la Katusha, quindi – quarta nella classifica per equipe – questo Giro di Spagna si chiude con il 9° posto in graduatoria generale dello spagnolo Daniel Moreno (a 5’20” dal leader Cobo) e con il 19° di Joaquim Rodriguez.
“Ci ho provato – sono le parole “a caldo” di Purito – ma purtroppo Mollema, sul rettilineo conclusivo, è stato più veloce di me. So che questa maglia verde non l’ho certa persa oggi, ma doverla cedere in volata, nell’ultima tappa della Vuelta, un po’ mi brucia. Non tanto per me, ma per la squadra che, dopo l’encomiabile lavoro fatto in questa corsa, avrebbe meritato un risultato concreto. Se guardo la classifica generale e ripenso alle credenziali con le quali mi ero presentato a questo appuntamento, non posso essere soddisfatto della mia Vuelta. Ma ogni corsa ha la sua storia ed il mio 19° posto mi sembra bugiardo. Vorrà dire che farò meglio la prossima edizione”.

 

 

 

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Andrea Agostini