I matrimoni sanno essere fonte di gioie, soddisfazioni, dolori e ricordi. Nel pomeriggio di domenica 11 settembre Vinovo ha festeggiato i suoi cinquant’anni di attività e idealmente la propria unione con la città di Torino, della quale ha saputo diventare salotto e teatro al contempo.

Sì perché, nell’ultimo mezzo secolo, sull’anello di Stupinigi i torinesi hanno potuto ammirare tanti campioni, aggettivo utile a classificare uomini e cavalli, capaci di scrivere tante pagine indimenticabili.

 

 

 

 

La riunione vinovese di domenica 11 settembre ha ospitato sul palco delle premiazioni un’ideale e doverosa rassegna di uomini “senza tempo” protagonisti in un modo o nell’altro di questo mezzo secolo.

A partire dal duo torinese per eccellenza, Pino Rossi e Giuseppe Guzzinati, bel lieti di ricevere ancora oggi rispetto e complimenti da parte di addetti ai lavori ed appassionati; loro, icona indelebile di un lungo periodo dorato del trotto sub-alpino, iniziato presto nel sessantuno e lungo fino ai novanta, quando pian piano iniziarono a mettersi da parte, ma rimanendo sempre attivi al mattino, sempre disponibili per un consiglio, una dritta, un parere. Due totem ancora in piedi cinquant’anni dopo, e il cui nome è inevitabilmente legato ai campioni da loro costruiti.

E così emoziona sentire da Giuseppe il ricordo di Esotico Prad (ancor oggi unico cavallo a segno in tutti i gran premi in programma a Vinovo) Belmez, Zardoz e tanti altri, mentre Pino pochi metri più in là rende omaggio all’irripetibile Sharif di Jesolo, non dimenticando (tra gli altri) Gibson, Gentile, Argo Ve e soprattutto Ghenderò, grazie al quale arrivò lo storico successo nel Costa Azzurra 1983, davanti al mostruoso francese Ideal du Gazeau.

Non ha marcato visita Edy Gubellini, decano milanese, felice di ricordare il successo di Brogue Hanover nel Mirafiori 1963 e un po’ meno il suo cattivo rapporto con il Costa Azzurra, mai vinto, un neo rimediato solo di recente dal successore Pippo.

Applausi anche a Siviero Milani e Renato Ciano, senza dimenticare il compianto Ferruccio Pedrazzani, in memoria del quale è stato consegnato un premio alla famiglia.

E i cavalli, tantissimi, impossibili da elencare completamente, essendo Torino una fucina inesauribile di grandi nomi.

Nell’ardua scelta dei soggetti a cui dedicare le corse in programma si è comunque pescato tra la qualità assoluta, raccogliendo anche qualche significativo cenno del destino: Andrea Guzzinati ha vinto il Premio Esotico Prad ricevendo dalle mani di papà Giuseppe il relativo trofeo, Mauro Baroncini ha invece saputo autocelebrarsi, affermandosi nel Premio Crowning Classic, l’americano che ancor oggi resta la sua miglior realizzazione, vincitore di due Costa Azzurra e detentore per oltre un decennio del record della pista.

Non è mancato il tributo a Nevaio, pietra miliare della straordinaria storia di Marco Smorgon, così come l’ultima corsa ha chiamato in causa Lana del Rio, eroina dei giorni nostri e protagonista attesa nel Campo di Mirafiori di domenica prossima.

Per l’occasione miglior contorno non poteva essere scelto: gli artisti del circo Vertigo sono stati applauditi sonoramente per tutto il pomeriggio, rendendosi protagonisti di incredibili evoluzioni con trapezi, corde e pertiche, ammaliando non solo i più piccoli. Con sul parterre il pubblico delle grandi occasioni, più di 4 mila persone all’ippodromo di Vinovo per festeggiare 50 anni di storia.

Un compleanno in piena regola, ben riuscito e doveroso, per una realtà che resta a galla nel tragico momento dell’ippica italiana dei giorni nostri; auguri ippodromo di Vinovo, altri cinquanta di questi anni!!

 

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Silvano Ferraris

HIPPOGROUP TORINESE S.p.A.

Ufficio Stampa Ippodromo Vinovo