Da domani fino all’11 settembre ad Ancona il “Campus formativo” della Cei

 

Costantini: «Reagiamo agli scandali dello sport, ripulendo il sistema dal basso»

 

Roma, 1 settembre 2011 – Ricostruire il sistema sportivo italiano, formando nuovi dirigenti e giovani atleti che tengano a distanza le seduzioni del potere e del denaro. È quello che si propone il “Campus formativo” intitolato “Uno sport per l’uomo aperto all’assoluto”, che si svolgerà ad Ancona da domani fino all’11 settembre, all’interno del vasto programma del Congresso eucaristico nazionale. Il Campus, riservato ai volontari che provengono dall’associazionismo sportivo (educatori, arbitri, allenatori) ma anche ad insegnanti e dirigenti, è organizzato dall’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana, in collaborazione con la Sezione Chiesa e sport del Pontificio Consiglio per i Laici e la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport.

 

Il Campus si articolerà in attività formativa e di volontariato e comprenderà cinque sessioni dedicate all’influenza dello sport nella vita emotiva e sociale dell’uomo: “Sport e fragilità”; “Sport e affettività”; “Sport, lavoro e festa”; “Sport e tradizione”; “Sport e cittadinanza”. Le sessioni tematiche saranno guidate da don Mario Lusek, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, da Edio Costantini, presidente Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport; da don Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco; da Ernesto Preziosi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

«Gli scandali legati allo sport – spiega Costantini – non sono solo legati al doping, alle scommesse e alla corruzione arbitrale. Abbiamo infatti sottovalutato il grave problema dell’evasione fiscale e di tante altre illegalità che, secondo la Guardia di Finanza, è piuttosto diffuso sul territorio e gravita attorno al mondo delle società sportive. Se è vero che lo sviluppo della pratica sportiva in Italia è frutto del lavoro di tanti volontari appassionati di sport, è altrettanto vero che l’associazionismo sportivo di base, dilettantistico ed amatoriale, è spesso immerso nell’illegalità. Sovente il volontariato sportivo significa “lavoro nero” e le sponsorizzazioni significano “evasione fiscale”. Infatti, continuamente vengono scoperte dalla Guardia di finanza operazioni illecite, false sponsorizzazioni e grande evasione fiscale da parte delle società sportive. Ciò non riguarda solo lo sport professionistico ma, con grande sorpresa, anche lo sport di base che si autodefinisce educativo e di grande valore sociale». Sono di guida le recenti parole del cardinale Angelo Bagnasco: «La questione morale in politica, come in tutti gli altri ambiti del vivere pubblico e privato, è grave e urgente. […] C’è bisogno, dunque, di una grande conversione culturale e sociale». «Anche il mondo dello sport ha bisogno di nuovi dirigenti sportivi, non solo preparati dal punto di vista tecnico, ma anche – conclude Costantini – cristianamente formati e moralmente consapevoli dell’esempio di “limpidezza” che il mondo dello sport deve dare, per contribuire al rinnovamento della società civile».

Ufficio stampa MAB.q

 Daniele Piccini