Dal 24 Giugno al 4 Luglio a Natal in Brasile oltre 150 squadre si contenderanno il titolo mondiale.
E’ da poco finita una stagione entusiasmante. A mente fredda, quali sono le sensazioni?
E’ stato un anno meraviglioso sotto tutti i punti di vista. Abbiamo affrontato il primo campionato di serie B della nostra storia societaria e lo abbiamo fatto con il piglio di una matricola matura e ambiziosa cogliendo dei risultati che sono andati ben oltre le aspettative iniziali. Finali di Coppa Italia, play off promozione da 5^ posto assoluto in classifica.Tanti anche i riconoscimenti e i risultati conseguiti in ambito giovanile : titolo regionale per gli Under 17 e accesso alla seconda fase conclusasi con la sconfitta contro la Monte Paschi Siena, Under 13, Esordienti, finali Nazionali Join the Game per Under 13 e 14. Convocazione squadre nazionali per Francesco Romagnoli, e convocazione Jamboree di Alghero per Mario Pompei.
Dal subentro in panchina come allenatore la squadra ha manifestato una marcia in più e i risultati sono stati evidenti. Quali i segreti?
Nessun segreto in particolare . Innanzitutto ho avuto un gruppo unito, con tanta voglia di lavorare e condividere tutte le scelte fatte. Uno staff tecnico di prima qualità con in primis Alessandro Di Pasquale ed il preparatore fisico Pasquale Tancredi. Insieme abbiamo svolto un lavoro integrato cercando di trasmettere l’entusiasmo e la grande passione che ci accomuna. Oltre allo staff sanitario che quest’anno si è trovato a fare gli straordinari visto la serie di infortuni che ci sono accaduti, l’intero staff dirigenziale che ha saputo tenere unito tutto l’ambiente creando un sempre crescente entusiasmo intorno a noi. Prima su tutti il presidente Raffaela Franzese, il vice Gianni Spina, Maurizio Casaletto, Enzo Pompei, Paolo Mastropaolo, Pietro Mastropaolo, Marco Pizzuti, Roberto Pizzuto, Roberto Ravelli. A tutti mi sento di ringraziare perché questi risultati sono arrivati grazie anche al loro lavoro.
Hai sempre allenato a Campobasso. Non hai mai pensato di allenare altrove?
Dopo aver terminato gli studi sono ritornato a Campobasso e da subito ho iniziato a lavorare nella scuola e contestualmente ho iniziato ad allenare. Ho messo su famiglia ed ho cercato di coltivare la passione del basket dedicandomi contestualmente alla famiglia, ai miei genitori,e al lavoro. Ho avuto proposte ma
Alleni da esattamente 25 anni e ti considerano colui che ha tenuto in vita la pallacanestro a Campobasso.
Ho iniziato ad allenare nel 1985 la squadra femminile. Una esperienza pioneristica per i tempi passati, ma un ricordo bellissimo perché fu la mia prima esperienza conclusasi con una promozione nella categoria superiore. Poi sono passato alla maschile. Dal 1986 al 1991 con il Nuovo Basket Cb assistente prima di Martinoia, poi di Vandoni, e Bocci occupandomi principalmente del settore giovanile. Quando fu ceduto il titolo di B d’eccellenza, in effetti si perse un grande pezzo di storia e di abitudini. L’anno appena successivo, affidandoci ai soli giovani del posto riuscimmo a fare ben tre promozioni consecutive ed approdare con l’allora Ferentinum in C1. tanti anni tra C1 e C2 hanno tenuto alimentato l’entusiasmo di molti appassionati fino ad arrivare con l’attuale Mens Sana in serie B.
Quali ricordi conservi con più piacere? Una stagione in particolare?
Ogni stagione mi fa ricordare tante cose e tante cose posso dire di aver imparato anno dopo anno. Con orgoglio ricordo gli anni in cui ho allenato tutti atleti di Campobasso, eravamo l’invidia di tutti i gironi di C1, tutti cresciuti qui ed il pubblico particolarmente legato con 1400 presenze ogni partita.
Dopo 20 anni Campobasso ritrova la Serie B grazie ad una promozione dell’anno scorso e una stagione brillante al primo anno.. quale il futuro?
La città ha sempre risposto positivamente e per Campobasso la pallacanestro è stato sempre un patrimonio. Abbiamo dovuto ricominciare da zero dopo gli anni d’oro e con tantissimi sacrifici , dedizione e tanta testardaggine abbiamo riportato il capoluogo di regione ad una dimensione più adeguata. Quest’anno abbiamo difeso questo patrimonio con i denti in un campionato difficilissimo e spero che il futuro possa ancora garantire la permanenza di questa realtà visto il momento difficile che stiamo affrontando
Pensi che si possa ipotizzare una fusione fra le società presenti?
Ci stiamo lavorando ed ipotizzando questo da molto tempo. Per quel che mi riguarda sarebbe un passo non tanto obbligato ma dettato da maturità e responsabilità.
L’amministrazione e gli enti vi sostengono?
Purtroppo questa è la nota dolente che ci ha limitato e spero non ci condizioni in futuro. Non per colpa delle varie Amministrazioni ma di una politica che nel passato ha fatto poco nei confronti dell’attività sportiva. Il punto dolente è stato e resta un impianto sportivo non adeguato all’attività che svolgiamo. Basti pensare che 20 anni fa una delle cause della mancata prosecuzione della pallacanestro fu il palazzetto. Dopo tutti questi anni stiamo a discutere ancora del problema palazzetto vazzieri come unica alternativa. Mi sembra un paradosso. Spero che gli Enti preposti diano un segnale affinchè non si verifichi quello che è successo tanti anni fa.
Da sempre impeganto anche nel settore giovanile. Tantissimi gli atleti cresciuti sotto le tue attenzioni. C’è qualcuno a cui sei particolarmente legato?
Mi piace lavorare con i ragazzi e senti di avere delle grandi responsabilità nei loro confronti, nei confronti delle famiglie che ti affidano i propri figli. Ma è gratificante vederli crescere sia sotto l’aspetto fisico e tecnico, che umano. È vero tantissimi li ho visti da bambini e li ho seguiti fino a quando poi si sono laureati,alcuni sposati.
Per tanti anni ha avuto in squadra anche tuo figlio Andrea. Quale è stato il rapporto allenatore-padre?
Spero di essere riuscito a fare l’allenatore ed anche il padre…anche se bisogna necessariamente distinguere i ruoli e credo che in questo non ci sono stati particolari problemi se non il piacere di condividere insieme allenamenti, partite , trasferte che mi hanno consentito di stare vicino a lui.
I rapporti con l’Università del Molise?
Sono 6 anni che collaboro con la Facoltà di Scienze del Benessere, una gran bella realtà per Campobasso, visto che ai miei tempi sono stato costretto a frequentare l’Università fuori. Un stimolo ulteriore a mettere al servizio dei più giovani esperienze e competenze.
e quello strettissimo con Alberto Bucci?
Una persona straordinaria. Condividiamo gli impegni universitari che con gli anni ci ha consentito di approfondire e consolidare un’amicizia vera basata su stima e rispetto.
A coronamento di un ventennio di lavoro, sacrifici e dedizione è arrivata la convocazione con la Nazionale Over 40-45-50 ai Campionati del Mondo in Brasile? che sensazioni hai provato?
Una sensazione unica. Vestire la maglia della nazionale in una competizione così importante non so cosa mi provocherà. Adesso quasi non metto ancora a fuoco.
Ritroverai anche vecchie conoscenze e tanti campioni che hanno fatto la storia della pallacanestro italiana.
Una doppia emozione. Condividere questa esperienza al fianco di campioni che hanno fatto la storia della pallacanestro in Italia e che sono stati un esempio di sportività e continuano ad esserlo per le generazioni future. Spero di poter anch’io dare qualcosa alla causa.
Un giudizio su Umberto Anzini allenatore?
Non penso spetti a me giudicarmi. Sarebbe più giusto che mi giudicassero gli altri. In genere i risultati sono la risposta più convincente. In genere mi propongo come una persona che crede nel lavoro, cerca di trasmettere passione ed entusiasmo, ponendo al primo posto rispetto reciproco e grande professionalità. I risultati però scaturiscono sempre dall’insieme di tantissime altre cose.
In bocca al Lupo coach.
Ufficio Stampa
ASD Mens Sana Campobasso
Nella foto Anziani con Bucci