Basket Trapani-Assi Basket Ostuni 86-79 (20-25; 36-36; 51-53)

Trapani: Guarino 16 (3/5, 1/3), Evangelisti 7 (1/3, 0/3), Cappanni 8 (4/6), Cantagalli 13 (2/4, 2/4), Bisconti 10 (4/7), Tardito 15 (7/12), Santarossa 2 (1/3), Svoboda 15 (2/5, 1/1), Mollura ne, Picchianti ne. All. Benedetto.

Ostuni: Gigena Mario 16 (2/4, 3/7), Ruggiero 23 (4/5, 5/8), Morena 8 (1/3, 1/5), Circosta 13 (1/2, 3/6), Tommasini 9 (3/8, 0/1), Basei 6 (3/11), Fin (0/1 da tre), Fall , Bona 4 (1/2, 0/1), Gigena Silvio ne. All. Putignano.

Arbitri: Bartoli di Trieste e Borgioni di Roma.

Note: Tiri liberi: Trapani 26/34, Ostuni 13/23. Tiri da tre punti: Trapani 4/11, Ostuni 12/29. Usciti per 5 falli: Guarino, Ruggiero, Morena, Basei. Spettatori: 3500 circa.


TRAPANI. Il capolavoro del Basket Trapani ha le molte facce. Facce pugnaci, leali, rispettose dei valori di squadra, pronte a digrignare i denti quando necessario, a regalare sorrisi a un compagno quando serve. Le facce dei giocatori che vanno in campo e danno qualcosa in più nella serata giusta, quando i due terminali offensivi principali, Evangelisti (braccato in maniera ossessiva ed efficace da Tommasini) e Santarossa (stoico a rimanere sette minuti in campo su un piede solo), diventano comprimari e gli “altri” si trasformano in primattori. I primi trenta minuti granata sono un distillato di sofferenza, con tre parità (2-2, 36-36 all’intervallo più lungo e 53-53 all’ultimo riposo) e Ostuni (magnifici i dieci tifosi al seguito) sempre a comandare. Più nel gioco che nel punteggio, con Trapani che fatica a trovare soluzioni fluide in attacco, senza i suoi punti di riferimento tradizionali, e costretta a fronteggiare percentuali da tre incredibili (71 per cento dei pugliesi a fine primo quarto). La serie di vantaggi di Ostuni è sporcata da gestioni poco lucide nei momenti in cui potrebbero provare a scappare e i granata trovano sempre la forza per rimanere attaccati alla partita, con lo show di Guarino (4/8 dal campo, 7/8 ai liberi, 10 rimbalzi, 9 assist), la sfrontatezza e la fisicità di Tardito (7/12, 2 stoppate e 3 rimbalzi), la solidità di Cappani (4/6), la maturità di Cantagalli (2/4 da due e da tre), la concretezza di Bisconti (4/7 e 9 rimbalzi), la linearità e la chirurgia di Svoboda (3/6 dal campo, 8/10 ai liberi, 8 falli subiti). Per una volta, i numeri spiegano che poi, quando Trapani è riuscita a mettere il naso avanti (60-54 al 32’, 60-62 al 34’ ma poi la fuga definitiva dei granata), ha trovato linfa, ritmo, senso del gioco e la spinta dell’ambiente infuocato dei meravigliosi 3.500 del Palailio: tutto sotto l’egida della maestria di Guarino, che si è infilato in ogni anfratto della partita, con la sapienza di un guru e la magia di un prestigiatore. Nel finale, segnato dai viaggi in lunetta, Trapani è fredda e agli ospiti rimane il rammarico di una grande occasione perduta. Ma la vicenda complessiva non è finita e venerdì, in terra pugliese, ricomincia un altro pezzetto di serie che Ostuni (cui mancava l’infortunato Silvio Gigena) giocherà da grande squadra, quale ha dimostrato di essere.

Ufficio Stampa