Ci siamo a prescindere.

 

Maledizione, non ci voleva. Il gravissimo infortunio a Simone Parodi mette, di fatto, Cuneo davanti ad una situazione imprevedibile, maledettamente nuova.

 

E proprio per come  è maturata, si aprono orizzonti che dovremo affrontare insieme, al meglio, come sappiamo fare. Pubblico, società, squadra, staff: una sinergia assoluta per andare incontro ad un finale di stagione già difficile diventato assolutamente difficilissimo ma, proprio per questo, da gestire giorno dopo giorno, insieme.

Il mio primo pensiero, ma credo sia anche il vostro, va a Simone come uomo e come atleta. A Parodi che ho avuto sino ad oggi la fortuna e la gioia di allenare accompagnandolo nella sua crescita tecnica e personale. Un grande ‘in bocca al lupo’, ti aspettiamo sicuri che tornerai più forte di prima.

 

Doveva accadere, è accaduto ma dopo l’iniziale amaro impatto psicologico, è necessario fare quadrato e guardare subito avanti con fiducia e determinazione.

 

Insomma non ci sarà rassegnazione, non dovrà mai esserci arrendevolezza ma solo e sempre una feroce concretezza dovunque e contro chiunque.

 

La  vera emergenza sarà giovedì sera per la prima gara dei quarti di play off, contro Verona, nel nostro palasport. Probabilmente senza Wout, senza Parodi, è facile immaginare una squadra minata tecnicamente soprattutto nelle diverse alternative, alle prese con problematiche anche mentali. Credo sia impossibile non subire la ‘scossa’ per tutto ciò che è accaduto nelle ultime settimane.

 

Ma proprio chi ultimamente ha passato giornate in panchina e che adesso diventa protagonista assoluto, è nelle condizioni di portare sottorete il meglio di se stesso per provare a risolvere molti dei problemi che ci stanno facendo compagnia. Cuneo ha dato, anche in situazioni simili, prova di forza, di mentalità, di carattere.

E per superare lo scoglio Verona è importante mettere insieme il meglio del nostro Dna, buttando sotto rete anche cuore e  tenacia, doti che non mancano ai giocatori che, da due stagioni, ho il privilegio di seguire e allenare.

Dalla prossima partita al giorno del V Day dovremo giocare tante finali E VORREI tanto che in ognuna di queste la città intera fosse coinvolta come in quell’ormai famoso 9 maggio. 

Dovremo lottare pallone dopo pallone, set dopo set senza soluzione di continuità.

So che lo faremo insieme e, sottorete non ci saranno solo 12 giocatori ma i ‘soliti’ tantissimi innamorati della nostra squadra, che hanno sempre giocato con noi.

 

Dai ragazzi una palla per volta!

 

Alberto Giuliani