Per la prima volta nella storia dell’alpinismo la vetta del Gasherbrum II è stata conquistata con una salita invernale. La storica impresa firmata da Simone Moro in compagnia di Denis Urubko e Cory Richards. Oltre al valore atletico della scalata compiuta in condizioni meteo proibitive, l’impresa verrà ricordata perché Simone ha depositato in vetta un Chirp Garmin, un minuscolo apparecchio satellitare in grado di mandare un messaggio di benvenuto al prossimo alpinista che raggiungerà gli 8.035 metri del GII.

 

 

 

 

La prima invernale al Gasherbrum II che Simone Moro ha realizzato è destinata certamente ad entrare tra le imprese dell’alpinismo moderno. L’alpinista bergamasco e i suoi compagni, il kazako Denis Urubko e l’americano Cory Richards, hanno raggiunto la vetta del G II, a 8.035 metri alle 7:28 (ora italiana) del 2 febbraio, e dopo pochi minuti tutte le agenzie del mondo davano la notizia. Perché così importante? Il Gasherbrum II è una tra le vette più tecniche nella catena del Karakorum e nell’ascesa invernale il gruppo di alpinisti ha dovuto misurarsi non solo contro una montagna che nella parte centrale mostra difficoltà elevate, ma anche con condizioni meteo spesso proibitive.


Tuttavia la prima invernale al GII verrà ricordata anche per essere la prima scalata dove la tecnologia satellitare è stata protagonista. Infatti ad accompagnare Simone Moro lungo tutta l’ascesa c’era l’inseparabile strumento GPSMap 62st, il navigatore satellitare Garmin punta di diamante della famiglia dei prodotti per l’outdoor e la montagna. Ma non solo, perché Simone ha posizionato sulla vetta del Gasherbrum II un Chirp Garmin, che, a questo punto, può fregiarsi del titolo di “geocache più alto del mondo”. Ai prossimi che raggiungeranno la vetta del Gasherbrum II, il minuscolo apparecchio lance
rà un messaggio sul GPS Garmin degli stessi alpinisti: “Welcome to the top. Firmato: Simone Moro”, un saluto di benvenuto di nuova generazione. Generazione satellitare, appunto. «Da oltre un anno la nostra collaborazione con Simone Moro diventa sempre coinvolgente – ha commentato Stefano Viganò, Sales & Marketing Manager di Garmin Italia – perché oltre ad essere uno straordinario atleta d’alta quota, Simone vanta una sensibilità verso le innovazioni tecnologiche non comune, ed è per questa ragione che lo consideriamo, oltre ad un amico, un valido partner con cui coltivare progetti di sviluppo».

 

Ma imprese come queste non si improvvisano. Simone è tra gli alpinisti himalaiani che non solo è dotato di grandi capacità tecniche, ma è supportato da eccellenti prestazioni fisiche. Per conquistare il G II l’alpinista orobico si è sottoposto, come ormai l’esperienza gli insegna, ad un intenso programma di allenamento per migliorare le qualità aerobiche e la forza resistente, con lunghe corse a piedi, numerose escursioni in mountain bike e abbondanti pedalate con la bici da strada. Naturalmente nella sua preparazione non è mai mancata l’assistenza degli strumenti Garmin: dai modelli Forerunner particolarmente indicati per la corsa a piedi, alla famiglia Edge studiata per la bicicletta.

 

GARMIN E SIMONE MORO
Simone Moro è l’alpinista italiano più rappresentativo degli ultimi decenni ed entra nel 2010 nella scuderia dell’azienda leader mondiale della navigazione satellitare non solo come testimonial, perché l’alpinista orobico è coinvolto nello sviluppo dei prodotti dedicati all’outdoor, dove Garmin vanta già una posizione di leadership. È considerato uno dei più forti alpinisti in circolazione che, dopo essere cresciuto sulle pareti delle Prealpi, si è misurato con successo sulle più importanti vette himalaiane. Oggi Simone Moro è qualcosa di più di un alpinista, è un vero testimonial della montagna in tutte le sue declinazioni: dall’alpinismo classico su roccia, ghiaccio e misto sino all’arrampicata sportiva, passando per le gare di skyrunning e di sci alpinismo. Insomma, un vero protagonista dell’outdoor. Per compiere le imprese sulle vette dell’Himalaya, l’alpinista bergamasco deve sostenere una preparazione fisica molto impegnativa, basata su lunghe corse a piedi in altura e pedalate in bicicletta da corsa, oltre ovviamente ad arrampicate sulle vette delle Alpi. In tal senso Simone è un utente “totale” degli strumenti Garmin: Forerunner dedicati al podismo, Edge per le due ruote, Foretrex per lo scialpinismo e il climbing, Oregon e Dakota per l’escursionismo sono il suo materiale di studio e lavoro.

 

CHI È SIMONE MORO

Nato a Bergamo il 27 ottobre 1967, ha iniziato da giovane a frequentare e conoscere la montagna. Dapprima camminando per sentieri con la famiglia durante le vacanze estive, poi su vie ferrate con il padre e dall’età di 13 anni ha iniziato le prime vere scalate in falesia sulle Orobie. Nel 1985 ha partecipato alla prima gara d’arrampicata a Bardonecchia e per i successivi cinque anni ha gareggiato nell’arrampicata sportiva a livello internazionale, tanto da entrare nella nazionale italiana nel 1988, e prenderne le redini come allenatore, fino al  1996. Laureato con 110 e lode in scienze motorie, Simone Moro parla cinque lingue e tiene conferenze in tutto il mondo. La sua familiarità con gli strumenti di navigazione satellitare gli deriva anche dall’aver conseguito il brevetto di elicotterista. Dal 1992 ad oggi ha compiuto più di 40 spedizioni alpinistiche di cui 10 invernali, in quasi tutti i continenti. Per 10 volte è salito su una cima principale o secondaria di 8000 metri anche se il suo alpinismo non è mai stato focalizzato sulla collezione dei 14 ottomila. Non a caso il percorso verticale di Simone Moro vanta numerose vette di 7000 e 6000 metri, spesso sconosciute, nonché salite tecniche su ghiaccio, misto, roccia. Moro è quel genere di climber a cui piace vivere l’alpinismo nel modo più ampio e variegato possibile. Tuttavia l’alpinismo non è l’unica passione di Simone, anche se rimane la sua attività professionale principale. Infatti è piuttosto facile trovare il suo nome legato al paracadutismo e, recentemente, al wingsuit skydive, ovvero il paracadutismo estremo. Inoltre, l’amore per le alte quote lo ha portato a diventare pilota privato e commerciale di elicottero con rating sul modello a turbina As 350 B2. Tra un’impresa e l’altra ha avuto il tempo di scrivere due libri: “Cometa sull’Annapurna” e “8000 metri di vita”. Ma Simone Moro è salito agli onori della cronaca anche per un importante vicenda che lo ha visto coinvolto in Himalaya, dove operò da solo un salvataggio estremo, senza ossigeno e a oltre 8000 metri sulla parete ovest del Lhotse 8516 m in Nepal, per soccorrere l’alpinista Tom Moores. Per portare in salvo l’inglese, Simone rinunciò alla scalata alla vetta, e questa scelta gli valse alcuni riconoscimenti internazionali quali il Fairplay Pierre de Cubertin Trophy dell’UNESCO, la medaglia d’oro al valor Civile dal Presidente della Repubblica Italiana e negli Stati Uniti il prestigioso David Sowles Award American Alpine Club.

Informazioni per il pubblico: www.garmin.it

Ufficio stampa “Sport & Outdoor Division”